Da più di un anno, affianco alla mia attività professionale alcune settimane a Berna come assistente parlamentare in occasione delle sessioni del Consiglio nazionale. Durante queste settimane, vengono organizzate visite guidate di Palazzo federale con la possibilità di assistere dalle tribune alle sedute del Consiglio nazionale e del Consiglio degli Stati. Regolarmente, anche scolaresche provenienti dal Canton Ticino approfittano della possibilità di vedere da vicino il lavoro dei propri rappresentanti, dialogando anche con alcuni di loro durante la visita.

Si tratta senz’altro di incontri molto importanti, ma la mia sensazione è che si debba andare ancora oltre per avvicinare alla politica i giovani, ovvero coloro che un domani saranno chiamati a governare, legiferare e decidere su argomenti importanti. Gli studenti che si recano a Berna per seguire i dibattiti spesso dimostrano molto interesse e molta “fame” di sapere ma denotano anche una conoscenza della civica e della politica non sempre adeguata. La colpa evidentemente non è loro, ma di un sistema scolastico che in Ticino troppo a lungo ha ignorato questo aspetto fondamentale per l’educazione. Io stesso faccio parte di coloro che hanno appreso la civica per puro interesse personale e che si sono avvicinati autonomamente alla politica giovanile.

Cosa fare quindi per invertire questa tendenza? Naturalmente bisogna approfondire lo studio della civica nelle scuole, ma questo non basta: ci vogliono misure più pratiche e meno teoriche. Ben vengano le visite a Palazzo federale, le manifestazioni come “Scuole a Berna” in cui studenti delle scuole medie simulano il lavoro del Consiglio nazionale, o ancora il Parlamento dei giovani; ma anche i politici stessi devono fare un passo in più verso gli studenti. Perché non portare più spesso la Deputazione ticinese nelle scuole per parlare di temi d’attualità e raccontare aneddoti sulla politica federale? In fondo, le decisioni prese oggi andranno a beneficio dei giovani un domani. Siccome poi l’indole della politica è quella di essere piuttosto noiosa, uno sforzo andrebbe fatto per renderla più comprensibile per tutti, anche nella dialettica.

Conoscere, capire e toccare con mano la politica è molto più importante di mille parole. Perché i giovani di oggi sono i politici di domani.

Luca Paltenghi
Assistente parlamentare
e vicepresidente GUDC TI