Dal capitolo 7 del libro di Paul Quilès “Arrêtez la bombe!”, l’esame di quattro argomenti a favore del mantenimento dell’arma atomica.
1. L’arma nucleare ha permesso la pace in Europa per 60 anni
E’ comunemente ammesso che, grazie all’arma atomica, la pace in Europa è stata preservata durante l’intera Guerra fredda.
Che sia per effetto dissuasivo e per la prospettiva di un Olocausto generale oppure perchè ha dato a due grandi potenze il pretesto per non affrontarsi direttamente, l’arma atomica ha evitato lo scatenarsi di una terza guerra mondiale.
Molti analisti hanno messo in dubbio l’utilizzo della dissuasione nucleare per mantenere la pace durante la Guerra fredda.
Si può dunque dire che l’arma nucleare ha probabilmente avuto un ruolo nel fatto che l’Europa non abbia conosciuto guerre in quel periodo. E’ però abusivo trarre conclusioni generali come fanno coloro che pretendono che l’arma nucleare garantisce la pace nucleare.
I fedeli del nucleare dimenticano che il mondo del XXI.secolo non è più quello della Guerra fredda, quando il mondo si divideva in due blocchi. Oggi il mondo è aperto, vi sono numerosi attori, l’equazione strategica è diversa, la mondializzazione aiuta gli interventi di molteplici protagonisti, fra cui le organizzazioni transnazionali o mafiose.
Proclamare che la pace nucleare è un’evidenza costituisce un pesante errore strategico.
2. L’arma nucleare è un’assicurazione sulla vita
[…] Per scongiurare l’apparizione di una minaccia maggiore, la bomba atomica rimane la nostra ultima protezione e dunque la nostra garanzia di sopravvivenza.
La bomba atomica sarebbe dunque la pace e la vita. Un’affermazione che si ritrova in molte dichiarazioni ufficiali.
Fra le più recenti quelle di Nicolas Sarkozy : “Non è una questione di prestigio né di rango, è semplicemente l’assicurazione sulla vita della Francia.”
O ancora quella di François Hollande durante la sua campagna elettorale : “La dissuasione nucleare è il ricorso ultimo e supremo del nostro paese, qualora fosse minacciato nella sua integrità e nella sua esistenza […] la dissuasione nucleare rimane la garanzia fondamentale della nostra sicurezza.”
[…] La definizione di dissuasione è più una scommessa che un discorso. Una scommessa sulla razionalità ultima dell’Altro, ammettendo che resti ragionevole.
Ora, l’alterità implica precisamente che l’Altro è diverso e non ragiona come noi, per motivi culturali, sociali, politici o religiosi. Assimilare la dissuasione nucleare a una garanzia è un’impostura. Si tratta di una scommessa, con tutte le incertezze, in questo caso mortali, che la caratterizzano.
3. Lo scudo anti-missili è un buon complemento della dissuasione
Questa formula, assai contestata, fa parte degli argomenti degli americani, che sono all’origine del progetto di attuazione di un sistema di difesa anti-missili in Europa. […]
Che si deve allora pensare della pretesa complementarità di questo sistema europeo di difesa con la dissuasione nucleare? Questa, si dice, è la garanzia che nessun paese oserà attaccare (la famosa assicurazione sulla vita) per paura di rappresaglie terrificanti.
Che bisogno c’è dunque di avere uno scudo capace di fermare missili nucleari?
Se un missile dotato di ogive nucleari fosse lanciato, questo dimostrerebbe che la politica della dissuasione non funziona.
Inoltre si devono esaminare le due conseguenti eventualità : sia il missile viene intercettato, sia colpisce il territorio (se lo scudo è difettoso).
In entrambi i casi ci si chiede se la risposta sarà nucleare. Allo stato attuale la risposta è sì.
La messa in opera della difesa anti-missili europea è diventata un affare politico-diplomatico, ha creato seri problemi nelle relazioni fra la Nato e la Russia, che considera questo sistema diretto contro il suo territorio e un mezzo per indebolire le sue difese.
Non va poi dimenticato che la difesa anti-missile rappresenta una manna finanziaria per le industrie americane. E’ anche un programma di ricerca destinato a garantire la supremazia degli Stati Uniti.
4. Di fronte alla minaccia nucleare iraniana, l’arma atomica è indispensabile
[…] La questione iraniana mette in risalto la dualità dell’industria nucleare civile.
La tecnologia dell’ultracentrifugazione è identica quando si fabbrica uranio arricchito (per le centrali nucleari) o altamente arricchito (per le bombe nucleari). E’ il motivo per cui la comunità internazionale è preoccupata nel vedere questa tecnica nelle mani dell’Iran.
Il fenomeno della proliferazione nucleare rinvia alla pesante responsabilità degli Stati che hanno trasmesso informazioni e materiale che permettono alle nazioni di dotarsi dell’arma atomica.
In questo caso la Francia è totalmente responsabile dell’arsenale atomico israeliano, avendo autorizzato società francesi a costruire il reattore nucleare di Dimona, che ha fornito il materiale necessario alla bomba atomica israeliana.
Inoltre, fornendo al Pakistan una fabbrica di trattamento del combustibile nucleare alla fine degli anni 1970, essenziale alla produzione di plutonio, la Francia ha permesso a questo paese di avere accesso all’atomica.
Per quanto riguarda la Russia, il governo di Mosca ha disseminato le sue conoscenze nucleari soprattutto in Cina, a cui ha fornito i piani della sua prima bomba atomica.
Più recentemente, ha permesso all’India di dotarsi di un componente nucleare sottomarino e tramite aiuto tecnologico e assistenza ingegneristica ha contribuito ad accelerare il processo di questa forza indiana e – di conseguenza – ad aumentare l’instabilità nella regione.
Per quanto riguarda gli Stati Uniti, attraverso il programma “Atomo per la pace” il governo di Washington ha distribuito tecnologia nucleare e reattori di ricerca (anche all’Iran nel 1967) contribuendo alla diffusione su vasta scala del sapere nucleare.
(Fonte : Rue89.com)