Una coltre di fumo alta chilometri si è innalzata ieri dall’Etna e una tempesta di cenere ha avvolto Acireale, Giarre, Riposto, Santa Venerina e Zafferana Etnea, dove le strade sono state ricoperte della sabbia nera espulsa dal vulcano.
La Protezione civile regionale ha chiesto ai Comuni interessati di attivare il piano d’emergenza
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Immagine dalla webcam della Protezione civile italiana
Immagine dalla webcam della Protezione civile italiana

Mercoledì 3 aprile attorno alle 12h00, l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia ha registrato l’inizio di attività dal cratere di sud-est dell’Etna.
Si è trattato del nono episodio eruttivo da gennaio; l’ultimo era avvenuto il 16 marzo.
In serata, attorno alle 19h00, venivano segnalate ancora forti esplosioni e emissioni di cenere, fontane di lava, lanci di brandelli di magna incandescente che ricadevano nella zona sommitale. Poi la situazione era tornata alla normalità.

Come già era accaduto il 16 marzo, la fase parossistica era stata preceduta da violenti boati, avvertiti nei paesi alle pendici del vulcano e anche a Catania.
“La Valle del Bove – hanno spiegato gli esperti dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia – sopra cui si trovano i crateri è come un anfiteatro e fa da amplificatore dei suoni. Ma l’energia complessiva del sistema non è stata superiore alle eruzioni precedenti”.

“Ci preoccupa la cenere lavica – ha spiegato il sindaco di Santa Venerina, Enrico Pappalardo – Il paese ne è pieno, è un problema ambientale e di salute pubblica. La cenere danneggia l’agricoltura, ottura le caditoie e i tombini e viene respirata da tutti.”

(Fonte : Catania Livesicilia.it)