I sondaggi, come le previsioni meteorologiche, nonostante la serietà e la professionalità su basi scientifiche, si avvicinano alla realtà, ma, si sa, non rappresentano sempre ciò che davvero inevitabilmente capiterà in un preciso e stabilito momento. Tra questi due spazi possono a volte verificarsi eventi inattesi e imprevedibili.

Sono tuttavia dei segnali molto significativi e non consentono di invertire una rotta solo sulla base di sogni o di speranze. Offrono un quadro a volte impietoso, a volte sorprendente: tuttavia frutto di una situazione conosciuta e di un’evoluzione, che non consente di nascondersi dietro a un dito.

Da questo punto di vista, l’iniziativa del GdP e il frutto del lavoro della “Ad hoc informatica” hanno il pregio di staccarsi dalla kermesse elettorale e dalle vivaci iniziative di candidati o di gruppi politici, che hanno in buona parte avvicinato e richiamato la popolazione luganese. Non solo aperitivi, anche trasversali, o cene aperte a tutti, ma anche occasioni, ricordiamolo, di analisi e dibattiti su temi concreti, su indirizzi che caratterizzeranno il futuro di Lugano. Occasioni che hanno messo in luce anche nuovi e giovanili volti: speranza, questa sì, di rinnovamento e nel contempo di continuità partecipe e appassionata ai destini della Città. I commenti al sondaggio e alle previsioni fatalmente sono improntate alla prudenza e sono stimolo per tutti a non cedere nello sforzo per il risultato che verrà definito dalle urne il 14 aprile. Soprattutto emerge, fra i dati pubblicati, quel 27 % di intenzionati a votare, tuttavia ancora indecisi.

Un elemento che alimenta l’incertezza, la preoccupazione per la posta in gioco. Uno stimolo generale per invitare a tradurre questa constatazione in una scelta di campo precisa. Questo fenomeno tuttavia mette anche in evidenza che a Lugano, nei suoi quartieri e nei Comuni che quartieri diverranno a breve, spesso tutti o quasi ci si conosce, ma non necessariamente, finita la stagione delle meticolose organizzazioni elettorali dei partiti, tutti desiderano mostrare l’indirizzo politico. Da questo profilo, se così è, la grande Città mostra ancora un volto familiare da villaggio o rione.

Ne consegue che, fatte le dovute distinzioni che caratterizzano i vari schieramenti, più che uno scontro ( seppur evidente per la conduzione dell’esecutivo) dovrebbe prevalere la consapevolezza della necessità di un’attività armonica (nell’esecutivo e nel legislativo) affinché ai cittadini non vengano mai a mancare nella quotidianità, servizi e strutture di qualità, solidarietà e sostegno, soprattutto a chi maggiormente ne necessita, accanto a grandi progetti (alcuni dei quali tardano a veder la luce) per un progresso il più largamente condiviso di Lugano. Di certo, in questo quadro, anche la continuità dell’azione propositiva e critico costruttiva dei socialisti luganesi non verrà mai a mancare.

Gianrico Corti