Il movimento palestinese Hamas, che dal 2007 controlla la Striscia di Gaza, ha chiesto venerdì alle Nazioni Unite di riprendere l’assistenza alimentare ai rifugiati in territorio palestinese, sospesa il giorno prima a seguito di scontri in un deposito di generi alimentari dell’Onu.

Giovedì 4 aprile, qualche decina di manifestanti erano penetrati con la forza in un deposito dell’Agenzia per i rifugiati palestinesi, che si occupa della distribuzione settimanale di cibo a circa 25’000 persone nella Striscia di Gaza. Chiedevano il ripristino di un’allocazione mensile alle famiglie più bisognose.
L’Agenzia aveva deciso di sopprimere l’allocazione a causa dei tagli di bilancio e ha reagito all’incidente sospendendo temporaneamente la distribuzione di cibo, spiegando che non può tollerare minacce costanti ai suoi impiegati. Settimana scorsa, movimenti di protesta avevano già costretto l’Agenzia a chiudere diversi centri.

“Si tratta di una decisione ingiustificata – ha commentato un portavoce di Hamas – I rifugiati palestinesi hanno il diritto di manifestare. Chiediamo all’Agenzia per i rifugiati di rivedere la sua posizione e di non reagire con la forza alle proteste degli abitanti.”
L’agenzia delle Nazioni Unite copre in totale le necessità alimentari di 5 milioni di palestinesi nella Striscia di Gaza, in Cisgiordania e nei paesi vicini. Da mesi fa fronte a una crisi finanziaria a causa del calo dei contributi dei suoi donatori. Il suo deficit è di circa 67 milioni di dollari.