INTERROGAZIONE AL LOD. CONSIGLIO DI STATO

In sintesi riportiamo in questo nostro atto parlamentare lo stralcio di un drammatico racconto di un giovane in cerca di lavoro riportato dal portale di Teleticino.


Ha 26 anni, vive a Lugano e sta terminando la formazione alla Supsi per poi ottenere un Bachelor in ingegneria informatica. Il momento sembra quindi opportuno per cercare un posto di lavoro. L’obiettivo è trovare una soluzione in Ticino. È per questo che spesso gli capita di setacciare la rete alla ricerca dell’offerta giusta, di un bando di concorso a cui mandare la propria candidatura. Recentemente gli è capitata tra le mani l’offerta di un’azienda informatica con sede a Chiasso: “cerchiamo programmatori web”. Ma lui è già tagliato fuori. Non perché non ha i titoli di studio, l’esperienza o le conoscenze. Semplicemente perché è ticinese e lì vogliono soltanto frontalieri. C’è scritto senza tanti giri di parole: “necessariamente residente Comuni frontalieri”.


A nostro avviso, queste ditte non ledono soltanto gli accordi sulla libera circolazione, che già di per se stessi penalizzano i nostri professionisti, ma addirittura arrecano danno incalcolabile al nostro mercato del lavoro e alle famiglie dei ticinesi e dei residenti. Si tratta di aziende parassitarie che sfruttano le nostre favorevoli condizioni quadro e il nostro Swiss made senza apportare alcun valore aggiunto al nostro Cantone. In buona sostanza, sul nostro territorio, siamo passati dal fenomeno della sostituzione al fenomeno dell’esclusione dei ticinesi. Una cosa inaudita!

Le mezze misure non bastano più, è necessario che le Istituzioni ticinesi intervengano per combattere l’implementazione di vere e proprie aziende succhiasangue nel nostro Cantone.

Con la presente Interrogazione parlamentare chiediamo pertanto al CdS di voler da seguito alle seguenti domande:

  1. Il CdS ticinese intende intervenire sanzionando pesantemente le ditte che fanno capo a queste pratiche di selezione di personale inaccettabili volte ad escludere i nostri lavoratori?
  2. È possibile stilare e pubblicare un registro cantonale di ditte attive nel settore terziario che impiegano più del 50% di personale frontaliero? Il nostro CdS intende attivarsi in tal senso? È possibile, se non esistesse, una base legale a questo proposito?
  3. In futuro è possibile bloccare l’implementazione di società che palesemente non hanno alcuna intenzione di impiegare personale ticinese come in questo caso? Il CdS intende attivarsi in tal senso?
  4. Il CdS intende ora appoggiare l’iniziativa contro l’immigrazione di massa promossa dall’UDC nazionale che permetterebbe il ripristino della clausola della preferenza indigena o intende attendere che la situazione degeneri ulteriormente?

Con ogni ossequio,

A nome dell’UDC,  Marco Chiesa