L’iniziativa popolare Educhiamo i giovani alla cittadinanza (diritti e doveri) è partita
Il Comitato promotore è presieduto dal dr. Alberto Siccardi
La raccolta delle firme (7000) durerà 2 mesi


Dalla mia remota, ma nemmeno troppo, esperienza scolastica so bene che il fatto che una materia venga insegnata non vuol dire che venga anche imparata. In particolare, per l’apprendimento di una materia è importante che essa abbia una sua “dignità” quindi degli spazi dedicati con una valutazione propria. In caso contrario non viene nemmeno percepita dagli studenti come materia d’insegnamento e quindi come argomento importante.

L’educazione civica non è una questione di poco conto. Considerarla tale può essere solo la conseguenza di una visione politica che vuole sminuire, non insegnandole, la nostra democrazia diretta, le nostre specificità svizzere; magari con l’è obiettivo di avvicinarci all’Unione europea o ad altri organi sovranazionali antidemocratici.

E’ importante che i giovani abbiano realmente la possibilità di conoscere ed apprezzare il funzionamento della nostra democrazia e del nostro sistema politico, perché saranno poi chiamati a svolgere il proprio dovere di cittadini. E’ importante che possano conoscere ed apprezzare il valore della nostra democrazia diretta o semidiretta. La possibilità di concreta partecipazione alla gestione della cosa pubblica che il nostro ordinamento ci offre è preziosa. E’ necessario che i giovani ne siano consapevoli.

Nei paesi dell’Europa meridionale la mancata partecipazione e il mancato controllo popolare sulle scelte governative ha avuto pesanti conseguenze sul benessere della popolazione. Ha creato delle caste di politici slegati dal territorio. La stessa Unione europea, con i suoi superburocrati non eletti da nessuno, privi di qualsiasi legittimazione popolare, che pretendono però di porsi al di sopra dei rappresentanti del popolo, è una costruzione profondamente antidemocratica.Le giovani generazioni devono essere consapevoli che le alternative ci sono eccome. Devono essere in grado di fare dei confronti oggettivi tra questo sistema e il nostro.

In un mondo globalizzato la conoscenza delle proprie radici e delle proprie peculiarità è indispensabile. Se si vuole, e lo si vuole, che i giovani si avvicinino alla politica ed alle istituzioni, se si vuole il tanto invocato ricambio, bisogna anche dare ai ragazzi la base necessaria di conoscenze affinché possano svolgere con cognizione di causa il proprio ruolo di cittadini attivi e anche di politici.

Si dice, giustamente, che la scuola non può farsi carico di sempre nuovi compiti che esulano dal suo mandato. Ma l’insegnamento della civica, l’educazione dei futuri cittadini attivi al proprio ruolo è un preciso compito dello scuola, come lo è insegnare la storia o la geografia. Questo compito è stato troppo a lungo sottovalutato. La scuola viene semmai meno al proprio mandato se non svolge il suo fondamentale compito di formazione dei futuri cittadini.

E’ tempo quindi che questo compito possa venire riconosciuto con il  suo giusto peso.

Lorenzo Quadri, membro del Comitato promotore