La Zona euro si pronuncerà venerdì 12 aprile a Dublino sulla modalità del piano di aiuti a Cipro, che dovrà fare sforzi più importanti di quelli previsti.

I ministri delle finanze dei 17 Stati membri dell’unione monetaria si ritrovano per discutere le misure che il governo cipriota deve attuare per beneficiare dell’aiuto di 10 miliardi di euro e ricevere un primo versamento di 75 milioni all’inizio di maggio, per i salari dei funzionari statali.
Nove miliardi provengono dal fondo dell’Unione europea e 1 miliardi di euro dal Fondo monetario internazionale.

Il ministro del Lussemburgo Luc Frieden indica che l’Unione europea e il Fondo monetario internazionale non aumenteranno la cifra degli aiuti, malgrado che il salvataggio dell’isola possa costare più del previsto. In settimana era stato reso noto un documento dell’UE che parlava di 23 miliardi di euro. Una cifra confermata dal portavoce del governo cipriota.

Frieden ha aggiunto che Cipro potrebbe diminuire i suoi bisogni di finanziamento ristrutturando il sistema bancario.
La ristrutturazione avverrebbe tassando pesantemente i depositi, privatizzando, licenziando personale e vendendo le eccedenze in oro.
La più grande banca del paese, la Bank of Cyprus, è in corso di ristrutturazione e la seconda, la Laïki, è in liquidazione. I grossi conti della Bank of Cyprus subiranno prelievi da parte del governo sino al 60% (vedi correlati) e quelli della Laïki rimarranno bloccati per anni, prima che un eventuale saldo venga versato ai titolari, una volta terminata la liquidazione.