Sappiamo tutti che ci attende una fine, eppure in cuor suo, credo che ogni uomo si consideri immortale. Non è il caso mio, in questi ultimi tempi ho molto spesso considerato questa uscita di scena, che mi appare naturale, come il nascere e la vecchiaia.

Come ti dicevo, l’idea della morte non mi spaventa, ma capisco il timore di molti, che in fondo è la paura dell’ignoto. A tutto questo va aggiunto naturalmente quanto, di questo trapasso ci raccontano le varie religioni. In fondo, quasi tutte agitano uno spauracchio per tenersi buona la gente che non commetta troppe infrazioni a quello che vien detto il codice morale, ma che molto spesso è solo una scusa per tener tranquillo il popolo, creando così meno problemi a chi lo governa.

Il concetto di un giudizio finale è quanto mai presente nel medioevo, e ne fanno testo i famosissimi affreschi che ornano innumerevoli chiese mostrando il Giudizio Universale. Per la gente semplice, che non sapeva leggere, questi dovevano servire da deterrente e tenerli buoni affinché non si trovassero scagliati verso le fauci dell’inferno, alla sinistra del Grande Giudice, mentre a destra le anime elette salivano al cielo.

A questo proposito, Gatto, ti devo raccontare una cosa curiosa, che ho scoperto molti anni fa in una mostra di pittura tenutasi a Venezia, dal titolo “influenza della pittura fiamminga su quella veneta”. E’ un trittico di Hyeronimus Bosch, che mi ha colpito perché sull’anta destra sono rappresentate le anime elette che salgono al cielo. Ma la cosa particolare è proprio come l’artista ha rappresentato questo transito.

Negli ultimi decenni, o meglio nell’ultimo secolo, si è molto parlato e scritto sulla morte apparente, e su quello che, chi si trova in questo stato, esperimenta.

A quanto ci dicono quasi tutti (e ho sentito diversi racconti io stessa da persone molto attendibili) chi si trova in coma si sente distaccare dal proprio corpo, che spesso vede inerte sotto di sé, nelle mani dei medici ed infermieri, dei quali sente anche i commenti. Davanti a sé si presenta un tunnel oscuro che mostra in fondo una luce molto viva ma non abbagliante. Il soggetto si trova attratto irresistibilmente da questa luce, ma viene poi respinto e costretto, molto suo malgrado, a ritornare indietro e reintegrare poi il corpo uscendo dal coma.

Nella tavola di Bosch è rappresentato proprio questo: delle figurine diafane e minute come farfalline ascendono verso l’alto attraverso il tunnel nero per raggiungere l’agognata luce, e la scritta sotto la tavola dice testualmente “le anime elette salgono verso il cielo”.

Naturalmente nessuno che sia morto veramente è tornato a raccontarci qualcosa, ma queste innumerevoli testimonianze concordanti fanno certo riflettere.