Dopo la cattura di Dzokhar Tsarnaev, in fuga da quando il fratello Tamerlan era stato ucciso in uno scontro a fuoco con la polizia, è giunto il momento delle spiegazioni. Di fronte all’assenza di rivendicazione e di motivazioni conosciute, l’attentato di Boston rimane avvolto nell’incertezza.

La stampa si concentra sui due attentatori, i fratelli Tsarnaev, Tamerlan di 26 anni e Dzokhar di 19 anni, ceceni residenti da una decina d’anni negli Stati Uniti.
I giornali mettono l’accento sulla loro mancata reale integrazione nella società americana e sulla loro presunta frequentazione di ambienti islamisti.
Al momento ancora non si sa se abbiamo agito soli o con l’aiuto di un gruppo, così come sconosciute sono le motivazioni che li hanno spinti a far esplodere le due bombe alla maratona di Boston, una settimana fa.

“Le loro origini cecene sono pertinenti – scrive il Financial Times, in quanto pochi passi separano la Cecenia dall’islamismo (…) Dalla metà degli anni 1990 vi sono stretti legami fra gruppi militari basati nel Caucaso del nord, i talebani e al Qaeda (…) L’agenda islamista, che va ben oltre la Cecenia, ha spostato una guerra le cui principali motivazioni erano nazionaliste.”

“Vi sono prove che i fratelli Tsarnaev ammiravano gli estremisti islamici – assicura il Washington Post, che cita alcuni video inneggianti al djihad islamico sull’account youtube del maggiore dei due ragazzi.

Nel Washington Times, viene evocata la pista di una “autoradicalizzazione” attraverso Internet, usato come una scuola aperta del terrorismo.

Nel Huffington Post, un editoriale va ben oltre : se ancora si ignorano le motivazioni dei due ragazzi, “sappimo da dove vengono : da un paese violento del Caucaso, messo a ferro e fuoco per motivi religiosi e etnici. I fratelli Tsarnaev hanno ricevuto asilo politico per sfuggire alla guerra in Cecenia e questa guerra l’hanno importata a Boston.”

Il Financial Times mette in guardia : “mentre quasi tutto rimane ancora vago attorno a questo attentato, mentre si moltiplicano le supposizioni, è importante rimanere con quello che sappiamo.
Erano isolati o facevano parte di un gruppo? Un gruppo interno o proveniente da fuori? E’ stato un singolo attacco o faceva parte di un piano più vasto? Fino a quando non avremo risposto con certezza a queste domande, le generalizzazioni devono essere prese con cautela.”
Il quotidiano respinge ogni parallelo con il dibattito che nel paese si amplifica attorno a una riforma sull’immigrazione clandestina : i fratelli Tsarnaev erano immigrati legali, inseriti nella società, ma diverse personalità non hanno esitato a impadronirsi dell’evento per dargli una connotazione politica.
Se il legame con il dibattito sull’immigrazione clandestina non piace a tutti, alcuni ne evocano un altro, che sta attraversando attualmente la società americana, qualche giorno dopo lo smacco della riforma voluta da Barack Obama : l’accesso alle armi.
L’attentato ha sollevato anche domande sul fatto che i due fratelli abbiano potuto facilmente avere accesso a materiale che può uccidere su vasta scala.