Protestano contro una detenzione senza processo e contro perquisizioni sempre più frequenti. L’esercito americano ha inviato personale sanitario supplementare per nutrirli con la forza.

Nel carcere di Guantanamo Bay non mangiano 84 detenuti su 166. La protesta sarebbe partita da una perquisizione di routine a febbraio, durante la quale la verifica su esemplari del Corano è stata vista dai detenuti come una profanazione del libro sacro dell’Islam.
Da allora il movimento di contestazione dei prigionieri si è allargato.
Di fronte alla sua radicalizzazione e alla sua persistenza, il tenente colonnello Samuel House, portavoce delle autorità militari del campo, ha annunciato lunedì scorso l’invio di una quarantina di dottori e infermieri che raggiungeranno il carcere entro fine aprile. Il loro compito sarà nutrire – anche con la forza – chi fa lo sciopero della fame.

“A Guantanamo la situazione sta degenerando perchè i prigionieri sono disperati e hanno raggiunto il punto di non ritorno – ha dichiarato Carlos Warner, avvocato federale dell’Ohio, che fa parte di un team di legali che rappresenta 11 prigionieri – Ciò che sta realmente dietro tutto questo è che il presidente ha dimenticato la promessa di chiudere Guantanamo. I prigionieri lo sanno.”

Gli avvocati dei detenuti sono inquieti per la situazione. Wells Dixon, del Center for Constitutional Rights ha dichiarato : “Credo che a questo punto lo sciopero della fame sia irreversibile. L’unica cosa che può fermarlo e impedire ai prigionieri di morire sia la prospettiva tangibile della chiusura del carcere.”

Obama aveva promesso di chiudere Guantanamo (aperto nel 2002 da George Bush) nel 2008, prima di cambiare idea di fronte all’opposizione del Congresso.
Da allora 604 prigionieri sono stati trasferiti o liberati. Dei 166 che rimangono, 86 uomini sono considerati “soggetti a liberazione” ma restano incarcerati senza processo.