Il numero delle domande d’asilo depositate nelle ambasciate svizzere ha fatto un balzo in avanti lo scorso settembre, prima della soppressione del diritto di chiedere l’asilo nelle sedi diplomatiche all’estero.

Le richieste d’asilo depositate prima del 29 settembre 2012 continuano a essere trattate secondo il precedente diritto. Con la nuova legislazione, i visti umanitari sono destinati a persone la cui vita è direttamente e concretamente messa in pericolo. Le persone a cui l’ambasciata ha rifiutato il visto possono far ricorso presso l’Ufficio federale delle migrazioni e, nel caso di un nuovo rifiuto, al Tribunale amministrativo federale.

La vecchia legge offriva al richiedente un diritto supplementare, autorizzandolo a entrare in Svizzera se provava che non poteva aspettare nel suo paese d’origine o in un paese terzo la decisione della Confederazione riguardo alla sua domanda.
Questo criterio è stato soppresso, riducendo il margine di manovra. Una soppressione che tocca soprattutto i rifugiati siriani, espatriati in Turchia, in Libano o in Giordania. Non possono avere un visto umanitario per la Svizzera a meno di essere esposti a un pericolo immediato.
L’organizzazione svizzera di aiuto ai rifugiati chiede di limitare gli ostacoli burocratici per i siriani che hanno famigliari in Svizzera. L’UFM replica che questi siriani possono rivendicare il diritto al ricongiungimento famigliare, che viene mantenuto per i parenti stretti.