Non la crisi economica, non una crisi energetica, non un crollo delle banche e nemmeno una crisi politica maggiore. Il pericolo più grande che al momento minaccia la Svizzera sono i djihadisti, gli adepti della guerra santa islamica. Lo dice il Servizio di sicurezza della Confederazione.

1. Il djihadista tunisino Moez Garsalloui era stato ucciso nell’ottobre 2012 da un drone alla frontiera tra Afghanistan e Pakistan.

garsallaoui

Garsallaoui viveva in Svizzera, dove gestiva un sito web djihadista, un’attività che gli era valsa nel 2007 una condanna da parte del Tribunale penale federale. Per non scontare la pena era fuggito in Afghanistan per combattere le truppe occidentali a fianco dei guerriglieri talebani.

Garsallaoui non è certamente un caso isolato. I servizi d’informazione della Confederazione confermano che una ventina di persone residenti in Svizzera si sono recate in regioni del mondo dove combattono i guerriglieri islamici, soprattutto in Somalia e nello Yemen.
Su sette di queste persone vi è il sospetto certo che stanno partecipando a campi di formazione djihadista. Il timore è che al loro rientro fomentino attentati, in Svizzera o in Europa.
“Un caso Merah o Boston in Svizzera è altamente possibile. Un attentato è plausibile, non va escluso – dichiara il capo del Servizio d’informazione Markus Seiler.

Seiler ha presentato lo scorso 30 aprile a Berna il rapporto dei servizi segreti sui pericoli che minacciano la Svizzera I “viaggiatori djihadisti” sono al primo posto della lista.

(Fonte : Le Matin.ch)