Gli oppositori al testo dell’UDC sottoposto in votazione popolare il 9 giugno hanno lanciato giovedì la loro campagna L’elezione del Consiglio federale da parte del popolo condurrebbe a una politica spettacolo, ha argomentato il comitato interpartitico.

“No all’americanizzazione della politica svizzera – ha dichiarato giovedì l’alleanza interpartitica contro l’elezione del Consiglio federale da parte del popolo.
Accettare l’iniziativa UDC condurrebbe a rinforzare la politica spettacolo e il potere dei soldi nella politica svizzera.

“Una campagna a livello nazionale costerebbe ben più che una campagna a livello cantonale. I candidati che hanno un sostegno finanziario importante avrebbero più possibilità di essere eletti – ha commentato l’ecologista Antonio Hodgers a Berna, in conferenza stampa.

La Consigliera agli Stati zurighese Verena Diener ha fatto notare come un governo eletto dal popolo porterebbe i Consiglieri federali a essere in permanenza in campagna elettorale, con meno tempo a disposizione per fare il proprio lavoro.
L’elezione popolare porterebbe discordia in seno al Consiglio federale, sostiene la Consigliera nazionale argoviese Ruth Humbel : “Come farebbero Consiglieri federali in campagna permanente, dunque in concorrenza, a collaborare al meglio?”

Senza dimenticare che le minoranze linguistiche sarebbero in posizione di inferiorità rispetto al sistema attuale. Il sistema delle quote previsto dal testo UDC mette in concorrenza romandi e ticinesi, secondo il Consigliere agli Stati Fabio Abate.

Il popolo si esprimerà in votazione il 9 giugno.
Sinora l’iniziativa UDC ha ottenuto sostegni isolati. L’alleanza degli oppositori riunisce rappresentanti del PLR, PS, PPD, Verdi, PBD, Verdi liberali e del Partito pirata.