“ Siamo Soli ” sei opere a soggetto unico, allestite da sei scultori diversi che svolgono in comune la propria attività entro l’area delle Cave di Arzo, cave che sono una delle più antiche testimonianze di attività artistico/ creative e produttive che il nostro Cantone abbia mai conosciuto nell’ arco della sua storia.

Di queste cave si ha notizia fin dal XV secolo o forse anche prima, ma é noto che esse raggiunsero il loro massimo splendore tra il XVI e il XVII secolo, quindi nel periodo Ancora all’ inizio del secolo scorso comunque, si contavano una cinquantina di punti di estrazione e/ o lavorazione di questa pietra, sul versante del Poncione di Arzo. La realtà di questo villaggio e di quelli viciniori rimase sicuramente fortemente impregnata da questo fatto nell’arco dei secoli.

L’ultima di queste cave ha cessato l’attività 4 anni fa, vittima della crisi economica mondiale aggravata dal fatto che buona parte del materiale estratto veniva esportato verso gli Stati Uniti, e che si stavano affacciando sul mercato altri materiali più convenienti dal punto di vista economico. I sei soli in oggetto, del diametro di 80 cm per 6 di spessore, hanno sostato nel piazzale della casa per anziani “ La Piazzetta” di Lugano/ Loreto dove erano stati posizionati in occasione della festa del solstizio d’estate dello scorso anno, per poi ottenere ulteriore splendore nella solitudine dei larici del magnifico parco del San Grato.

“Siamo Soli” é il risultato di un lavoro di gruppo dal concepimento dei vari soggetti, fino all’istallazione definitiva. Come pietra per la loro formazione, é stata utilizzata quella definita con il termine tradizionale di “Macchia Vecchia” la più antica geologicamente parlando, le cui caratteristiche estetiche consistono nella grande variazione di colori che si sovrappongono a una “base” grigia, in modo molto variato per intensità e quantità, colorazioni che vanno dal rosso, al giallo, al verde, al bruno, violaceo, bianco, colori determinati dai fenomeni chimico/ fisici e dinamici che sono stati alla base della formazione di questa roccia nell’ arco di milioni di anni.

Con la nostra attività nella quale utilizziamo anche altri tipi di marmo di provenienza diversa, noi cerchiamo di valorizzare il “marmo” di Arzo in forme e modi nuovi, diversi da quelli che tradizionalmente lo si può vedere impiegato in gran parte d’ Europa per costruzioni signorili o di culto . La sua applicazione nel duomo di Milano ne é forse l’esempio più spettacolare. Lavorare con questa pietra é una operazione non priva di rischi e incognite. Bisogna saper individuare il tipo di pietra giusta per dare corpo al soggetto desiderato, saper scegliere un po’ anche il “dosaggio” del disegno che la pietra porta con sé e dell’impatto del fattore luce/ ombra che può interferire con il disegno stesso, tutte cose che allo stato grezzo non sono di facile e immediata lettura.

Inoltre anche le insidie a volte invisibili che si trovano all’interno, come punti “molli” o fessurazioni strutturali sono delle incognite a cui bisogna saper far fronte durante l’utilizzo della pietra di Arzo in generale, non solo la “ Macchia Vecchia “ ma forse ancora di più per il “Rosso” e il “Broccatello”. All’operatore quindi di saper scegliere con oculatezza e di sapersi districare tra questi rischi optando caso mai per soluzioni di ripiego qual’ora le necessità e le emergenze lo rendessero necessario.

Questi fattori, uniti alla consapevolezza di operare con un materiale carico di un valore storico e naturalistico inestimabile, uniti a indispensabili capacità tecniche di lavorazione, possono portare a quel risultato finale che a noi procura senza dubbio forti emozioni.

Autori delle opere: Anna Werder,  Elisabeth Liechti, Beatrice Vassalli, Teddy Praxmarer, Francesco Biscossa, Fabio Masdonati