Riuniti sabato a Baden, i delegati del PLR si sono pronunciati a favore di un inasprimento della politica migratoria della Svizzera.

Il PLR si è pronunciato per una politica migratoria più severa di quella attuale. I delegati riuniti a Baden hanno approvato una presa di posizione che include 12 misure per un controllo pragmatico dell’immigrazione.

La forte immigrazione e la crescita della popolazione preoccupano gli Svizzeri. E’ il motivo per cui il PLR ha elaborato la sua presa di posizione sulla politica migratoria, che non andrà a minacciare la libera circolazione delle persone.

Il “piano d’azione per un controllo pragmatico dell’immigrazione” comprende 12 misure con tre obiettivi : incoraggiare e sviluppare l’integrazione, impedire gli abusi e ridurre gli effetti negativi del raggruppamento famigliare per gli Stati esterni all’Unione europea, limitandolo.
E’ anche indispensabile poter procedere ai rinvii forzati, ha sottolineato il Consigliere di Stato vodese Philippe Leuba.

Fra le 12 esigenze poste dal PLR, la prima enuncia che la direttiva europea al diritto dei cittadini e i giudizi della Corte europea vanno respinti e non devono essere osservati dai tribunali svizzeri.
Per il PLR i permessi di soggiorno non devono essere prolungati o revocati se devono essere percepite prestazioni dell’aiuto sociale.
I nuovi arrivati non devono poter beneficiare dell’assistenza sociale. Inoltre un primo permesso di soggiorno deve sottostare all’ottenimento di un lavoro per diversi anni.
In materia d’asilo va verificato se il richiedente può integrarsi. Una convenzione di integrazione va conclusa in occasione del raggruppamento famigliare di persone provenienti da Stati non appartenenti all’UE.
Il PLR chiede anche di sopprimere la pratica che prevede che i membri di una famiglia con persone ammesse provvisoriamente siano inclusi nell’ammissione provvisoria.