Dopo settimane di minacce contro gli Stati Uniti, il Giappone e la Corea del Sud, il governo nord coreano sembra essersi calmato nella sua retorica e nei suoi propositi di attacchi nucleari.

Perchè? Secondo Elise Labott del blog Security Clearance della CNN, perchè per la Corea del Nord è un’abitudine alternare periodi di intense minacce e di esercitazioni nucleari a fasi di calma.
L’idea del regime è semplice : far marcia indietro e aspettare di ricevere i complimenti per averlo fatto. Inoltre, le manovre militari congiunte di Corea del Sud e Stati Uniti sono terminate, dunque il Nord tira il fiato. Queste esercitazioni militari preoccupavano molto il regime di Pyongyang.

Un’altra spiegazione si trova a Pechino. Se una volta la Cina, primo partner economico della Corea del Nord, si era mostrata reticente a far pressione, ha iniziato a perdere la pazienza quando il regime si è messo a ignorare i suoi avvertimenti, soprattutto contro il lancio di missili.

Nel blog sulla CNN, Michael Green, Victor Cha e Christopher Johnson spiegano : “Per la prima volta da anni vi è motivo di sperare che la Cina sia più conciliante. Il governo di Pechino è esasperato dal governo nord coreano. Il nuovo leader cinese Xi Jinping è più deciso del suo predecessore. Il suo team incaricato di politica internazionale vede Pyongyang di cattivo occhio, dopo anni passati a rimediare ai danni diplomatici.
Vi sono oggi segni incoraggianti che mostrano come Pechino sia pronta a lavorare con gli Stati Uniti per frenare il programma nucleare nord coreano. Piccoli segnali che sono un buon inizio.
Nessuno sa se la visita di John Kerry sia alla base di questa reazione cinese, ma è certo che i trasferimenti di soldi tra la Cina e la Corea del Nord hanno rallentato. La diplomazia americana osserva, aspettando le vere pressioni di Pechino sul regime nord coreano.

Un altro fattore, più concreto, è la primavera. E’ in questo periodo dell’anno, infatti, che i militari nord coreani fanno ritorno alle installazioni agricole e partecipano alla piantagione delle nuove colture.