In una nota interna del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE), resa pubblica dal Tagesanzeiger, si suggerisce di adeguare gli accordi bilaterali alle regole – al diritto? – dell’Unione Europea e questo non solo per eventuali nuovi accordi, ma anche per gli accordi già esistenti. Ma il Consiglio federale aveva sottolineato il 25 aprile 2012 e in una lettera all’UE del 15 giugno che le nuove regole devono valere soltanto per i nuovi accordi – sempre secondo il Tagesanzeiger. Si capisce che una notizia di questo genere ha fatto scoppiare una bufera.

In questa Nota non abbiamo l’intenzione di discutere gli argomenti dettagliati già ripresi dalla stampa. Qui c’interessa una questione più di fondo. Ci viene da domandarci: Ma perché questa democrazia elvetica, tanto ammirata e lodata dagli studiosi dei problemi economici e politici (si vedano le nostre note anteriori), viene sottoposta periodicamente a tentativi di svuotamento da parte di politici nostrani che invece dovrebbero difenderla? Perché il popolo sovrano deve osservare continuamente piccoli passi nella direzione di uno svuotamento progressivo delle sue prerogative democratiche per mezzo della conosciuta “Salami-Taktik” (tattica del salame), applicata da burocrati e politici nostrani? Utilizzando uno stile di analisi à la Vladimir Bukovsky, potremmo descrivere il problema sollevato dicendo:

“Un gruppo di funzionari non eletti dal popolo sovrano, che lavorano sotto la direzione di un Consigliere federale non eletto dal popolo sovrano, suggerisce di adeguare gli accordi bilaterali – esistenti! e anche futuri – non approvati in votazione popolare al diritto di una entità sovranazionale alla quale la nostra nazione non ha aderito; per di più questa entità sovranazionale viene valutata in modo sempre più critico – negativo – da sempre più parti per i procedimenti sempre meno – o addirittura per niente – democratici e sempre più burocratici che adotta…”

Per alcuni il problema puntuale sollevato può sembrare cosa di poca importanza. D’altro canto, non dimentichiamoci – come ha detto il filosofo inglese David Hume – che “Succede raramente che la libertà di qualsiasi genere venga persa tutta in una sola volta”.

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