Ergastolo per Bradley Manning. E’ la richiesta dell’accusa nel processo al soldato che ha passato decine di migliaia di file top secret a WikiLeaks, il sito di Julian Assange.

“Manning ha consegnato consapevolmente informazioni segrete al nemico. Sapeva che il nemico avrebbe tratto benefici da queste informazioni – ha detto l’accusa nel processo che vede coinvolto il soldato statunitense Bradley Manning, la presunta talpa di WikiLeaks, che ha consegnato migliaia di documenti sensibili al sito di Julian Assange.
Il 25enne, su cui pendono 22 capi d’accusa, si è presentato lunedì davanti alla corte marziale di Fort Meade, in Maryland, e rischia una pena di 154 anni di carcere.

David Coombs, legale di Manning, ha sostenuto che “lui credeva di fare il bene del mondo rivelando il contenuto dei documenti”.
Poi ha continuato dichiarando che il giovane soldato voleva solo passare le carte al sito di Assange e non aiutare il nemico o danneggiare gli Stati Uniti.
Arrestato 3 anni fa in Iraq, Manning si è detto pronto ad ammettere la sua colpevolezza per 10 dei 22 capi di accusa, sostenendo tuttavia di non aver mai aiutato il nemico con le informazioni rivelate sulla guerra in Iraq e in Afghanistan.