In Turchia proseguono gli scontri fra polizia e manifestanti, con questi ultimi che a gran voce chiedono le dimissioni del primo ministro Erdogan. Ieri vi è stato il terzo manifestante ucciso, mentre i feriti e gli arresti si contano a centinaia.

I grandi investitori guardano alla Turchia con preoccupazione e le incertezze politiche su questo paese hanno messo in stato d’allarme anche la Borsa di Istanbul, che lunedì ha segnato una perdita di -10%, la peggiore dal 2003.

La Cumberland, azienda manufatturiera che gestisce 2,3 miliardi di dollari di asset, ha deciso di tagliare i suoi investimenti nel paese.
David Kotok, responsabile investimenti di Cumberland ha ammesso di temere che i disordini possano intensificarsi, sottolineando che il rischio contagio sta aumentando.
Bill Witherell, responsabile globale della società, ha precisato che l’economia e il mercato azionario della Turchia appaiono ancora attraenti nel lungo termine, a condizione che il paese riesca a risolvere il conflitto culturale.”

Tim Ash, capo della ricerca dei mercati emergenti presso la banca sudafricana Standard Bank, ha raccomandato ai clienti dell’istituto di ridurre l’esposizione verso la Turchia.
“Guardando al rapporto rischio/premio, al momento la Turchia non offre un valore convincente e gli investitori dovrebbero adottare un approccio cauto – ha dichiarato in un’intervista sul Financial Times.