L’avallo del Consiglio degli Stati non era per niente certo, ma dopo sei ore di dibattito mercoledì 12 giugno la Camera dei cantoni ha detto sì alla Lex USA, con 24 voti contro 15 e due astenuti.
Ora la palla è nel campo del Consiglio Nazionale, che si pronuncerà martedì prossimo. Al momento nulla è ancora deciso; se il Parlamento accetterà la legge, per vedersi accordare l’urgenza la legge dovrà ancora ottenere il sostegno della maggioranza dei membri di ogni consiglio.
Per cooperare con il Dipartimento americano di giustizia, ogni istituto finanziario svizzero che ha incoraggiato la frode fiscale potrà sottoscrivere un programma proposto da Washington, ma ancora tenuto segreto. La legge urgente darebbe alle banche la possibilità di cooperare venendo meno – per un anno – al principio del segreto bancario.
La legge urgente autorizzerebbe le banche a comunicare agli Stati Uniti i dati del loro personale e di terzi implicati nelle attività oltre Atlantico. Il testo le obbliga tuttavia a stipulare una convenzione con le associazioni del personale per meglio proteggere gli impiegati.
Il Consiglio degli Stati ha introdotto clausole supplementari. Gli impiegati di banca, gli avvocati e i fiduciari avranno dieci giorni di tempo per opporsi alla trasmissione dei dati che li riguardano. In caso di litigio interverrà un tribunale.
Le banche, il cui nome apparirà sulle liste trasmesse alla giustizia americana saranno avvisate dalla Finma, l’autorità federale di sorveglianza dei mercati finanziari, la quale riceverà copia delle liste e avviserà nel giro di 10 giorni gli istituti coinvolti.
Il Consiglio degli Stati vuole anche la garanzia di un’attività irreprensibile da parte dei dirigenti delle banche.
Ha tacitamente adottato una mozione che incarica la Finma di fare in modo che chi ha commesso un’infrazione sia colpito dall’interdizione di esercitare. Non è comunque il caso di introdurre nella legge una punizione automatica, come richiesto dalla sinistra.
Il Consiglio degli Stati non ha avuto informazioni sull’ammontare delle multe. La Consigliera federale responsabile delle Finanze, Eveline Widmer Schlumpf, si è limitata a ricordare che si è evocata una somma da 5 a 10 miliardi, ma che tutto dipende dalla partecipazione delle banche al programma e al numero dei clienti sospetti.
“Se la legge venisse respinta – ha spiegato Widmer Schlumpf – i danni sarebbero ben più considerevoli, un rischio enorme per la nostra piazza economica.”