Interessante intervista a Alfredo Gysi, presidente dell’Associazione banche estere in Svizzera e presidente della BSI di Lugano, sul Corriere del Ticino di martedì 18 giugno.

Interrogato sul rapporto Brunetti, che ha chiesto alle banche di adottare lo scambio automatico di informazioni di propria iniziativa, Gysi conferma che la proposta è in linea con quanto detto in aprile dall’Associazione svizzera dei banchieri.
Poi precisa i tre obiettivi che devono essere raggiunti : regolarizzare i patrimoni non dichiarati depositati nelle banche svizzere, evitare nuova evasione e garantire l’accesso delle banche svizzere al mercato europeo.

“Lo strumento che era stato proposto per regolarizzare il passato e il futuro – commenta Gysi – era quello dell’imposta preventiva, che è stato siglato con Regno Unito e Austria.
Di fatto lo scopo della proposta Rubik era di recuperare un ruolo proattivo per la Svizzera, che doveva uscire dalla posizione difensiva tenuta fino al 2009. È stato sicuramente un passaggio importante, ma adesso l’evoluzione internazionale a livello europeo e soprattutto a livello dell’OCSE fanno sì che sugli strumenti si debba essere più aperti.
A questo livello lo scambio automatico di informazioni può essere utilizzato per risolvere il problema del futuro.
Non risolve invece il problema del passato, per il quale rimane l’imposta alla fonte la soluzione più rapida ed efficace.
Vi potrebbero essere altre soluzioni come amnistie o programmi di autodenuncia, che sarebbero però procedure molto più lente e molto meno efficaci rispetto ad una imposta alla fonte.
Dobbiamo negoziare soluzioni favorevoli, anche perché il tempo non ci gioca a favore.”

Alla domanda “È ottimista sul fatto che si riuscirà a trovare una soluzione positiva per la Svizzera?” Gysi risponde : “Sì. Per questo credo che sarebbe un errore rimanere ancorati alla scelta di uno strumento, mentre non dobbiamo perdere di vista i tre obiettivi.
Credo che i tempi siano ancora favorevoli, e non possiamo permetterci che si protragga questa situazione di incertezza per i nostri clienti e per la piazza.”