Il Gran Consiglio ha autorizzato l’Azienda elettrica ticinese a occuparsi “di riportare a casa” il pac­chetto azionario di maggioranza della Società elettrica sopracenerina, dete­nuto dal gruppo Alpiq. Lo scrive il Corriere del Ticino.

“L’AET dunque fungerà da veicolo dell’operazione, con un capitale ini­ziale di 50 milioni di franchi – si legge nell’articolo – Insieme a sei Comuni del comprensorio, l’AET costituirà una holding che procede­rà dapprima all’acquisto delle azioni in mano ad Alpiq (il 61% del totale) e poi della parte re­stante di proprietà di privati.
Il prezzo d’acquisto pattuito con Alpiq è di 140 franchi per azione, mentre quello del­le altre azioni sarà fissato da un organo indipendente. Il costo complessivo dell’operazione oscillerà fra i 130 ed i 140 milioni di franchi, di cui 50 messi a disposizione da AET con fondi propri e il resto con prestiti di BancaStato, che avrà le azioni in garanzia.”

Il quotidiano riporta poi le dichiarazioni di Daniele Lotti, diretto della Società elettrica sopracenerina: “E’ molto improbabile che il passaggio in mani pubbliche della SES si traduca a breve e medio ter­mine in una riduzione delle tariffe (…) Fra aumento degli investi­menti, dividendi ai Comuni e situazione di mercato non credo che in questo momento ci siano i presupposti per abbassare i costi all’utenza.”