Il colpo di Stato militare che mercoledì ha destituito il presidente egiziano Mohamed Morsi preoccupa la comunità internazionale. Ad eccezione dell’Arabia Saudita, il cui re Abdallah è stato il primo a fare gli auguri al nuovo governo a interim, i paesi esteri non hanno nascosto il proprio malessere.

“Profondamente inquieto” Barack Obama si è affrettato a chiedere una rapida elezione di un nuovo governo civile : “Durante questo perido d’incertezza, chiediamo all’esercito di assicurare la protezione dei diritti di tutti gli egiziani, soprattutto il diritto di radunarsi pacificamente e il diritto a processi giusti e indipendenti davanti a tribunali civili – ha insistito Obama in un comunicato ufficiale.

Obama ha denunciato che avrebbe chiesto alle agenzie e ai ministeri coinvolti di studiare le implicazioni legali della nuova situazione, per l’aiuto che Washington versa annualmente all’Egitto e che in virtù della legge americana non può essere diretto verso un paese dove ha avuto luogo un colpo di Stato.
Nel 2013 l’esercito egiziano, che intrattiene strette relazioni con il Pentagono, ha ricevuto 1.3 miliardi di dollari.
L’ambasciata americana al Cairo è stata evacuata.

L’Unione europea ha chiesto alle parti in causa di ritornare rapidamente al processo democratico, soprattutto con la tenuta di nuove elezioni presidenziali.
Senza evocare direttamente un colpo di Stato, il governo inglese ha sottolineato la sua ostilità al principio di un intervento militare come mezzo per risolvere dei conflitti.