Con questa presa di posizione, che sostiene e completa la dichiarazione dell’on. Bertoli e che volentieri pubblichiamo, il Partito socialista conferma la sua ineluttabile vocazione di Partito delle Tasse. Non c’è nulla di male in ciò. Magari hanno ragione loro. (fdm)

Perché tanta acredine nel coro di critiche alla chiara, coraggiosa presa di posizione di Manuele Bertoli, che ha detto quel che doveva esser detto, ovvero che le tasse non sono un tabù?

Proprio coloro che negli anni passati hanno massacrato le finanze cantonali con i loro indecenti tagli fiscali oggi ci vengono a dire che bisogna tagliare. Ma tagliare cosa? Questo non hanno il coraggio di dircelo. I servizi ai cittadini? I sussidi ai poveri? I trasporti pubblici? La scuola? La sicurezza? Questo non ce lo raccontano, ovviamente. Macché: son bravi solo a fare discorsi astratti, tanto vaghi quanto vuoti.

Noi siamo pronti a scommettere che, qualora i servizi perdessero in qualità e in quantità, qualora la qualità della scuola dovesse peggiorare, qualora i furti dovessero aumentare, qualora i sussidi dovessero venire negati a chi ne ha bisogno per arrivare alla fine del mese e i casi sociali si facessero sentire… beh allora proprio i vari Jelmini, Cattaneo, Bignasca, Savoia e Pinoja si arrabbieranno. Proprio loro ci diranno che lo Stato deve fare di più. E magari invocheranno lacrime e sangue.

Come s’è visto a Lugano, d’altronde: anni di gestione allegra e di moltiplicatore  di lusso quando già la piazza finanziaria era in crisi, per arrivare alla fine a dover concludere che si è ormai alla canna del gas e allora forse… magari anche le tasse. Cioè in sostanza quel che ha detto Bertoli, visto che dai risparmi e contenimenti il Cantone è già passato più e più volte. Nemmeno l’umiltà, almeno per chi nel Municipio di prima c’era (Quadri, Giudici, Masoni, Jelmini), di chiedere scusa.

Dov’è il coraggio? Dov’è la responsabilità?

Tutto questo non è essere responsabili, non significa fare politica sapendo guardare al futuro e prevedere e provvedere in anticipo. Questo significa solo vender fumo in una politichetta di piccolo cabotaggio, incapace di vedere al di là del proprio naso, per puntare al consenso momentaneo e superficiale.

Partito socialista



NOTA. Propongo alla riflessione dell’on. Bertoli e del presidente Lurati (e di chi altri capita) il seguente SCHEMA IN QUATTRO PUNTI.

1) La politica “creativa” decide nuove realizzazioni (nuovi servizi, nuovi uffici, nuove assunzioni, nuovi sussidi, eccetera)
— utili
— superflui
— inutili
— balordi
— clientelari (secondo il caso).

2) Il fabbisogno dello Stato (o del Comune) aumenta di conseguenza di 20, 40, 60, … 100 milioni (e più). Il deficit letteralmente esplode.

3) A questo punto si urla ai cittadini: NON VORRETE MICA RINUNCIARE (a tali servizi, tali sussidi, eccetera)?? SARETE MICA PAZZI?

4) Alla fine si propone CORAGGIOSAMENTE (anzi: eroicamente) l’aumento delle tasse.