Eric Sprott, gestore di fondi, sostiene che l’attuale crollo del valore dell’oro è stato pianificato da tempo dalle banche centrali di Stati Uniti e Europa, per approfittare dei prezzi bassi e riempire di lingotti casseforti ormai vuote.

Secondo Sprott, i forzieri delle banche centrali occidentali sono vuoti e siccome la notizia non doveva essere divulgata, ecco che è stato organizzato un abbattimento della domanda di oro in un lasso di tempo molto breve.

In un primo momento i broker e le banche commerciali occidentali hanno consigliato ai clienti di vendere oro. Gli stessi istituti hanno ricoperto le loro posizioni ‘corte’ ribassiste sul mercato del COMEX.
Quando l’offerta per l’indice di riferimento sui prezzi del metallo prezioso è salita, le dichiarazioni circa una riduzione della portata delle misure di allentamento monetario da parte dei timonieri degli istituti centrali hanno fatto il resto, facendo calare le quotazioni.
Speculatori come gli hedge funds hanno aperto una valanga di posizioni short, i mercati dei futures sul metallo hanno accusato il colpo e le scorte di oro sono ai minimi assoluti.

Un’operazione globale per fare aumentare l’offerta e tenere bassi i livelli di domanda. Ma ora le banche centrali non hanno più modo di far ancora scendere il prezzo.

Tenuto conto dell’ancora ottima domanda di lingotti e della carenza sul fronte dell’offerta, Sprott ritiene che dietro al tracollo momentaneo dell’oro c’è stato lo zampino delle banche centrali occidentali.
Hanno inondato il Compex (il mercato non fisico di oro) per poi rastrellare lingotti dalle altre fonti disponibili a prezzi bassi. Un chiaro segnale che le banche centrali sono a corto di oro.

(Wall Street Italia.com)