«L’applicazione troppo rigida della Lex Weber sta tagliando le gambe a Carì. Avanti di questo passo i nostri paesi di montagna rischiano di morire».

Così commenta l’ex Consigliere di Stato Gabriele Gendotti sull’edizione di martedì 23 luglio del Corriere del Ticino.

In Media Leventina gli ef­fetti dell’approvazione dell’iniziativa che limita al 20% le residenze secon­darie si stanno già facendo sentire e non sono positivi, si legge nell’articolo del CdT : “A denunciarlo è l’ex consigliere di Stato Gabriele Gendotti intervenuto ieri mattina alla presen­tazione della stagione estiva della lo­calità quale presidente della società cui il Comune di Faido ha affidato la gestione degli impianti della sua fra­zione turistica.

(…) «A Carì la costruzione di case di va­canza è bloccata da inizio anno e gli effetti di questa situazione si avverto­no già – ha sottolineato Gabriele Gen­dotti – Attualmente sono in costru­zione tre châlet che hanno ottenuto la licenza prima del blocco e probabil­mente saranno le ultime case di va­canza che verranno realizzate nel Co­mune di Faido.
D’altro canto però la domanda resta forte e di conseguen­za i prezzi sul mercato sono aumenta­ti complicando le cose anche a chi vorrebbe stabilirsi in paese. E ciò, pa­radossalmente, a causa dell’approva­zione di un’iniziativa che mirava a far vivere le nostre montagne, ma la cui applicazione rischia di farle morire. Fermare le costruzioni in zone come le nostre per evitare il ripetersi degli eccessi visti in altre regioni dell’arco alpino è semplicemente assurdo.
L’applicazione troppo rigida dell’ini­ziativa Weber sta provocando un ef­fetto perverso. È mai possibile che a Carì, a Calpiogna o Campello non si possa più costruire, mentre sul Monte Brè è un fiorire di gru?».