Il regista Steven Spielberg ha diretto 29 film in più di 40 anni. Le sue pellicole sono riconoscibili anche per cinque particolari fattori che tornano invariabilmente ogni volta.
1. Problemi con il padre
La paternità è sempre problematica, qualcosa da sfuggire, temere, evitare. La causa è forse il fatto che i genitori di Spielberg avevano divorziato quando lui aveva 19 anni.
2. Fasci di luce
Finestre retroilluminate, fasci di luce che piovono dall’alto: Spielberg ha sempre giocato con l’illuminazione delle scene.
3. Volti atterriti
Lo scrittore Matt Parches le ha ribattezzate “la faccia di Spielberg”.
Fin da “Incontri ravvicinati del terzo tipo” il regista ha fatto uso di primi piani su occhi spalancati, bocche aperte, sguardi verso l’alto e fuori dalla scena per trasmettere la meraviglia o la paura che il protagonista sta vivendo.
4. Niente controcampo
Un protagonista guarda qualcosa attraverso una finestra o uno specchio e la telecamera, posta dal lato opposto, riprende sia l’espressione del viso sia quello che l’attore starebbe vedendo, senza bisogno di un’inquadratura in controcampo. Notata la prima volta in Lo squalo.
5. La musica di John Williams
John Williams è un apprezzato compositore e direttore d’orchestra statunitense. Cinque volte premio Oscar per le sue colonne sonore, ha scritto tutte le colonne sonore dei film di Steven Spielberg, tranne quelle di Duel, di Ai confini della realtà e de Il colore viola.
(Focus.it)