L’aumento dell’offerta di petrolio nord americano sconvolgerà il mercato mondiale : lo sostiene l’agenzia internazionale dell’energia nel suo ultimo rapporto sull’evoluzione del mercato del petrolio a medio termine, presentato a margine del summit internazionale Platts a Londra.

Le grandi compagnie petrolifere saranno portate a rivedere i loro investimenti strategici globali.
Cambierà anche la maniera in cui il petrolio viene trasportato, raffinato e conservato, data l’evoluzione delle zone di produzione e di consumo.

L’aumento dell’offerta mondiale è principalmente legato allo sfruttamento di nuovi giacimenti nord americani : petrolio grezzo leggero, petrolio di scisto, petrolio estratto dalle sabbie bituminose canadesi. L’aumento della produzione degli Stati Uniti nel quarto trimestre 2012 è stato il più importante dal 1994 in un paese non iscritto all’OPEP.

Una tendenza che dovrebbe durare. Il rapporto prevede una crescita della produzione di petrolio nel continente nord americano di 3.9 milioni di barili al giorno sino al 2018.

L’agenzia internazionale dell’energia non crede all’ipotesi di uno sviluppo rapido dello sfruttamento del petrolio di scisto al di fuori dell’America del nord, soprattutto che l’emergenza delle tecnologie avanzate dovrebbe permettere l’aumento della produzione dei campi convenzionali.
Gli investimenti nelle zone dove la redditività dello sfruttamento non è ancora assicurata verranno limitati.
Sul piano mondiale, l’agenzia internazionale dell’energia punta a un aumento della produzione giornaliera di 8.4 milioni di barili da qui al 2018.
Al contempo, la crescita della domanda sarà meno rapida (aumento di 6.9 milioni di barili al giorno da qui al 2018).
Una tendenza che potrebbe sfociare in un calo del corso del petrolio, mentre il prezzo del barile oggi è molto alto (prezzo medio di 111.7 dollari al barile nel 2012).