Dopo la prevedibile – ma comunque scioccante – condanna di Berlusconi in Cassazione che cosa succederà?

Incandidabile
L’articolo 1 del decreto legislativo 31 dicembre 2012, varato dal governo Monti, prevede infatti che «non possono essere candidati e non possono comunque ricoprire la carica di deputato e di senatore coloro che hanno riportato condanne definitive a pene superiori a 2 anni di reclusione, per delitti non colposi, consumati o tentati, per i quali sia prevista la pena della reclusione non inferiore nel massimo a quattro anni» e la frode fiscale è tra questi. Attenzione. Non si tratta qui dell’ “interdizione dai pubblici uffici”, per la quale la Cassazione ha decretato un rinvio ad altra corte. «La durata del divieto di candidarsi non è inferiore a 6 anni, a partire dalla data del passaggio in giudicato della sentenza». Cioè dal 1° agosto 2013.

Fuori dal Senato
E non è finita. Quando la condanna sopravviene mentre il condannato è parlamentare (il Cavaliere è senatore, il decreto Monti prevede che «la Camera di appartenenza deliberi ai sensi dell’articolo 66 della Costituzione», quello secondo il quale «ciascuna Camera giudica dei titoli di ammissione dei suoi componenti e delle cause sopraggiunte di ineleggibilità e di incompatibilità». In parole povere, toccherà al Senato decidere se espellere questo suo membro. (commento) Ma, se lo farà, è praticamente impossibile che il governo Letta sopravviva.

Via i passaporti
Berlusconi possiede due passaporti: quello ordinario e – come ex premier – quello diplomatico. Dovrà consegnarli entrambi e non potrà viaggiare all’estero.

Ma niente carcere
Come già è stato scritto dozzine di volte, per l’anno residuo da scontare con misura privativa della libertà Berlusconi potrà scegliere tra l’affidamento ai servizi sociali (per una forma di “rieducazione” (!!)) e gli arresti domiciliari.

(fonte: Corriere della Sera)