Il Segretario di Stato americano John Kerry ha dichiarato giovedì scorso che l’esercito egiziano ha deposto il presidente Mohamed Morsi (all’inizio di luglio) per ristabilire la democrazia.

Kerry si trovava in visita in Pakistan e si era espresso sulla posizione degli Stati Uniti – giudicata ambigua – di fronte alla crisi politica in Egitto.

“Milioni di persone hanno chiesto all’esercito di intervenire. Tutti avevano paura che il paese piombasse nel caos e nella violenza – ha detto Kerry – E da quanto vediamo, sino ad oggi l’esercito non ha preso il potere. Il paese viene guidato da un governo civile. Di fatto è stata ristabilita la democrazia.

Il giornalista pachistano che intervistava Kerry gli ha chiesto la sua opinione sulle violenze perpetrate dai militari sui manifestanti : “No, questo non aiuta la democrazia – ha risposto il Segretario di Stato – e siamo molto preoccupati […]. Abbiamo detto chiaramente che è assolutamente inaccettabile. La storia dell’Egitto non è ancora conclusa. Dobbiamo vedere come evolverà la situazione nei prossimi giorni.”

Mercoledì il dipartimento di Stato americano aveva chiesto alle autorità egiziane di rispettare la libertà di riunirsi , dopo che il governo aveva ordinato alla polizia di metter fine ai sit-in dei partigiani del presidente destituito Mohamed Morsi.
Nella crisi egiziana gli Stati Uniti restano discreti, ma non hanno qualificato il golpe militare del 3 luglio come un colpo di Stato. Questo li avrebbe obbligati a interrompere l’aiuto militare e economico che versano all’Egitto.