Abolire l’inaccettabile privilegio fiscale dell’imposizione secondo il dispendio


[fdm]  Prese di posizione come questa, ben scritte e sicuramente sostenibili all’interno di una logica socialista, lasciano comunque perplessi. Da un lato confermano quella che chiamerei l’ “ossessione fiscale” della sinistra; dall’altra, in un anelito di “giustizia” (le virgolette sono d’obbligo: è “giusto”, ad esempio, che le risorse dello Stato vengano sperperate per creare sovrastrutture inutili e soffocanti?) non si percepisce neppure il pericolo (evidente) di… spararsi in un piede.



Il Movimento per il socialismo (MPS) ha preso atto dei dati forniti dall’Amministrazione cantonale delle contribuzioni (ACC) in merito alla tassazione dei cosiddetti globalisti, cioè coloro che non svolgono un’attività lucrativa e vengono tassati in base al dispendio (cioè una serie di parametri relativi al loro tenore di vita).

Dai dati forniti nei giorni scorsi viene confermata la tendenza all’aumento del numero di questi contribuenti che, nell’arco di un decennio, sono quasi raddoppiati (passando dai 440 del 1999 agli 877 del 2011), con un aumento cospicuo negli ultimi due anni (circa il 15%). Questa continua crescita avviene malgrado un quadro legislativo nel quale, tendenzialmente, si assiste, sia a livello federale che a livello di diversi cantoni, ad un inasprimento della pressione fiscale su questo tipo di contribuenti.

A livello federale, con le modifiche che entreranno in vigore nel 2014 e nel 2016, si tende a uniformare le procedure di cantoni e Confederazione, oltre ad aumentare la soglia minima del dispendio (a 400’000 franchi a livello federale).
A livello dei diversi cantoni, abbiamo poi assistito all’eliminazione di questo tipo di tassazione (Zurigo, Basilea, Sciaffusa) o ad un inasprimento dell’imposizione (Lucerna, Berna, ecc.).

Anche in Ticino si segue questa tendenza: da quest’anno il reddito minimo imponibile per questo tipo di tassazione è stato portato da 200’000 a 300’000 e si prevede di portarlo a 400’000 nel 2014, allineandolo così alle disposizioni per l’imposta federale (in vigore dal 2016). Tutto questo, ed i dati offerti dall’ACC lo confermano, non ha minimamente “spaventato” i facoltosi stranieri che chiedono di poter accedere a questo tipo di tassazione, anzi!

Tutto questo, aggiungiamo, non fa che confermare quanto sostenuto dall’MPS che, a livello cantonale, si è fatto portavoce dell’abolizione di questo tipo di imposizione, attraverso un’iniziativa parlamentare presentata da Matteo Pronzini nel settembre 2011. Scriveva Pronzini nel testo che accompagna la proposta: “Sappiamo quali sono gli argomenti a sostegno di questa modalità: essa permetterebbe di attirare stranieri facoltosi con un guadagno importante dal punto di vista fiscale per il nostro cantone. Inoltre, si aggiunge, l’arrivo di questi personaggi avrebbe poi ricadute importanti dal punto di vista economico visto che si tratta di persone che “muovono” parecchi capitali. La rinuncia a questo tipo di imposizione, si aggiunge ancora, rappresenterebbe in ogni caso una perdita importante per il Cantone.

Gli argomenti, per contro, a sostegno dell’abolizione di questo tipo di imposizione sono a nostro avviso ben più importanti. A cominciare dalla questione della parità di trattamento tra tutti i cittadini. Una parità di trattamento che non riguarda solo le modalità di calcolo dell’imposta da pagare; ma, soprattutto, l’ammontare dell’imposta. È evidente a tutti che chi sceglie questo tipo di imposizione, lo fa con la prospettiva di non pagare più di un determinato ammontare di imposte. Una somma che, sicuramente, è di gran lunga inferiore a quanto avrebbe dovuto pagare con una normale imposizione. Vi è quindi una situazione di sostanziale iniquità alla base di questo sistema di imposizione: ed è la ragione per la quale essa va, perlomeno nella variante permanente, abolita.

Non ci pare poi che possano essere valide le obiezioni circa la “fuga” di queste persone facoltose alle quali si concede questo tipo di imposizione. La questione fiscale è un aspetto fondamentalmente secondario della loro presenza in Svizzera e in Ticino. Sono altri i criteri che spingono queste persone a stabilirsi in Ticino (clima, discrezione, ambiente favorevole agli affari, qualità della vita, sicurezza, ecc.). D’altronde un’abolizione di questo meccanismo non equivarrebbe ad una fuga generalizzata. Facciamo notare, ad esempio, che la fine del regime di imposizione globale a Zurigo, proprio dall’inizio di quest’anno, ha visto ben la metà di questi contribuenti rimanere nel cantone. Non è quindi escluso che il passaggio di questi contribuenti dal sistema globale a quello normale possa, alla fine, sfociare, dal punto di vista del loro contributo fiscale, in un risultato pari a quello precedente, se non addirittura superiore.”

Questo ultimo aspetto è d’altronde confermato dalle stesse dichiarazioni del massimo responsabile dell’ACC, quando afferma di avere notizia di “pochissime indicazioni di partenze” (CdT, 8 agosto 2013). Una conferma ulteriore di questa dinamica è legata al fatto che il cantone, come detto, intende nello spazio di due anni raddoppiare il reddito minimo imponibile ai fini del dispendio che passa dai 200’000 franchi del 2012 ai 400’000 del 2014.

Siamo convinti che un’abolizione dell’imposizione globale rappresenterebbe non solo un atto di giustizia fiscale (cancellando una vergognosa disparità di trattamento: è evidente a tutti che chi sceglie questo tipo di imposizione, lo fa con la prospettiva di non pagare più di un determinato ammontare di imposte. Una somma che, sicuramente, è di gran lunga inferiore a quanto avrebbe dovuto pagare con una normale imposizione); ma permetterebbe al cantone, attraverso il passaggio ad una tassazione ordinaria per un grandissimo numero di persone oggi sottoposte a tassazione globale, di aumentare le proprie entrate fiscali rispetto a quelle attuali e a quelle prospettate con l’aumento della soglia dai 200’000 ai 400’000 franchi.

È per queste ragioni che l’MPS sostiene attivamente anche l’iniziativa popolare federale a sostegno dell’abolizione di questo tipo di tassazione (sulla quale saremo chiamati a votare verosimilmente nel 2014).

Ed è pure per le stesse motivazioni che l’MPS chiede con urgenza che l’iniziativa parlamentare di Matteo Pronzini venga discussa dalla Commissione tributaria (che ha deciso di “congelarla”) e dal Gran Consiglio, visti ormai i due anni trascorsi dalla sua presentazione.

MPS