In una infuocata lettera pubblicata sulla Regione odierna l’on. Fiorenzo Dadò, capogruppo PPD in Gran Consiglio, scrive tra l’altro, e s’interroga:


Chi è l’artefice di questa “regia”?

“Le domande alle quali qualcuno dovrà rispondere sono semplici. Chi è l’artefice primo di questo show indecente che ha messo in grave imbarazzo tutto il Cantone? Chi si è adoperato a fare le dovute pressioni, dall’alto scranno pubblico su cui siede? La Corsi era a conoscenza? Cosa dice la direzione della Rsi? Una prima indicazione sembra essere suggerita da alcuni intrecci evidenti, che difficilmente son lì a caso. Quale è stato il ruolo della Cineteca svizzera (diretta da F. Maire, ex direttore del Festival)? È partito da quell’ambito il coinvolgimento della Rsi che assieme alla Vivo Films e Rai Cinema ha coprodotto ‘Sangue’ con la Casa Azul Films di Losanna? Il Percento culturale Migros*** (se dovesse essere confermato sarebbe un fatto che farebbe sobbalzare nella tomba l’illuminato Duttweiler) ha realmente cofinanziato questa indecenza? E il Cantone? La Sottocommissione per il sostegno ai film, dove siede anche F. Maire, è stata realmente interpellata? Se sì, con che esito?”

Io dico che:

1) Alle sue incalzanti e legittime domande nessuno risponderà, se non con ipocrite arrampicate sui vetri e sofisticate disquisizioni sulla “libertà dell’arte”.

2) Le Dadò-domande sono numerose ma la prima risposta, quella che mi viene spontanea, è una sola, ed è molto semplice. In certi ambienti, non degli ultimi quanto a potere ed influenza, certi personaggi sono ancora tremendamente popolari. “Lui” ha ucciso, in sostanza, per una buona ragione: per far trionfare il comunismo. Di fronte alla nobiltà del fine, quale peso possono avere alcuni piccoli atti criminali?

*** Persino i supermercati ci si mettono, acquisiscono benemerenze culturali, ecco dove va il percento dei gamberetti in salsa aurora!