In otto mesi l’umanità ha consumato tutte le risorse naturali che la Terra può produrre in un anno. Martedì 20 agosto è il “Global Overshoot Day” o “giorno del sorpasso planetario” secondo l’organizzazione Global Footprint Network (GFN), che ogni anno calcola questo “giorno triste e solenne”.

Principali responsabili del disastro : la massiccia emissione di CO2 e lo sfruttamento eccessivo della natura.

Dal 2003 gli esperti della ONG canadese e il think tank inglese New Economics Foundation calcolano questa impronta ecologica, che punta a “valutare l’impatto delle attività umane sugli ecosistemi del pianeta”.
Un indicatore creato per misurare lo scarto fra quello che la natura può produrre e rigenerare e quello che viene richiesto per alimentare l’attività umana.
Calcolato in ettaro globale per abitante, mette a confronto la quantità delle risorse naturali disponibili e il consumo reale in ogni paese.

cartogramma1

GFN spiega che il primo sorpasso era avvenuto già nel 1970 e da allora la data si fa sempre più precoce, segnando un’accelerazione importante del processo di degrado del pianeta Terra.
Nel 1980, l’Overshoot Day era stato l’8 novembre, nel 2000 l’8 ottobre e nel 2007 il 7 settembre. E si teme che con il passare degli anni diventerà sempre peggio.

Le previsioni della ONG canadese non sono definitive : oggi per rispondere ai bisogni di una popolazione in continua crescita ci vorrebbe una Terra e mezzo.
A questo ritmo ne saranno necessarie due ben prima della metà di questo secolo.

Una constatazione condivisa dal WWF : “La nostra impronta ecologica aumenterà ancora. Secondo le previsioni delle Nazioni Unite, nel 2050 la popolazione mondiale sarà di 9.1 miliardi di persone.”
“L’umanità vive al di sopra dei propri mezzi – constata Global Footprint Network – la soglia critica è stata raggiunta da una trentina d’anni e il consumo degli uomini va oltre quello che la natura è capace di fornire in termini di riciclaggio di CO2 e di produzione di nuove materie prime.”

La natura non è dunque più capace di rigenerarsi a sufficienza per assorbire le attività umane all’origine della diminuzione delle foreste, del degrado delle riserve di acqua dolce o dell’inquinamento.
L’80% della popolazione vive nei paesi che utilizzano più risorse di quello che permette l’ecosistema del territorio nazionale. Fra questi paesi, quelli maggiormente debitori, per rapporto di consumo/produzione sono il Giappone e il Qatar.

(Le Monde.fr)