Siria, proliferazione nucleare, Iran, … il gelo nei rapporti fra Russia e Stati Uniti arriva nel momento in cui numerose questioni internazionali necessiterebbero una collaborazione fra i due paesi.

Negli Stati Uniti i giornali scrivono molto sulla rottura fra Barack Obama e Vladimir Putin. Ci si interroga sull’evoluzione delle relazioni fra i due paesi.

Prima constatazione : Si deve andare indietro di decenni per trovare un presidente americano che annulla un summit bilaterale come ha fatto Obama.
Nel 1960, quando Dwight Einsenhower aveva qualificato l’URSS di “impero del male” e Nikita Krutschev gli aveva risposto “vi seppelliremo”.
Anche Richard Nixon non aveva rapporti facili con Mosca, ma al culmine della tensione, nel 1972, aveva comunque trovato il modo di dialogare con l’ostico Leonid Brejnev.

Seconda constatazione : per l’amministrazione Obama la rottura con Mosca è un fallimento diplomatico pesante. Il presidente americano aveva fatto delle relazioni con la Russia una delle sue priorità già nel 2009.
La situazione era comunque compromessa da tempo. Il caso di Edward Snowden l’ex agente della CIA a cui Mosca ha dato asilo politico è stata solo la goccia che ha fatto uscire l’acqua dal vaso.

Negli Stati Uniti gli esperti sono d’accordo nel dire che Obama doveva annullare l’incontro con Putin per molte ragioni. Soprattutto, spiega David Kramer, presidente della Fondazione Freedom House, “a causa di tutto quel che succede in Russia, con l’accanimento contro i diritti dell’uomo, la società civile e l’opposizione.”

La sorte delle grandi questioni internazionali si riassume spesso nell’alchimia fra due capi di Stato uniti da una visione comune, anche se temporanea. Nel caso presente si riassume nel palpabile disaccordo fra Obama e Putin.
Il che non incita i commentatori all’ottimismo : “Sono due individui molto diversi – commenta Fareed Zakaria, della CNN – Nel 1975, quando Putin entrava nel KGB come giovane ufficiale dei servizi segreti, Obama giocava a pallacanestro alle Hawaii.”

Da questa situazione iniziano a emergere i primi danni. Attorno all’Iran e al suo impenetrabile programma nucleare, tema sul quale russi e americani condividono le preoccupazioni. Barack Obama probabilmente ha perso una buona occasione di fare il punto della situazione con Putin, che deve incontrare il presidente iraniano Hassan Rohani il 13 settembre nel Kirghizistan.
“Se fossi Obama avrei voluto discutere di questo incontro con Putin, testa a testa – deplora Andrew Kuchins, del Center for Strategic and International Studies.

Sul lungo termine, prendendo atto delle divergenze manifeste con la Russia di Putin, Obama potrebbe aver messo da parte le sue ambizioni in materia di non proliferazione nucleare.
La sperata riduzione degli armamenti strategici, rilanciata con la firma del trattato Start 2 nell’aprile 2010 a Praga non è più attuale. Però né gli Stati Uniti né la Russia possono permettersi di continuare a mantenere arsenali degni della Guerra fredda, fosse anche solo per questioni economiche.
Gli osservatori americani pensano che la palla sia nel campo dei russi, in quanto sta a loro mostrare agli americani che vogliono collaborare in maniera pragmatica su questi dossier.

(Le Figaro.fr)