La Svizzera sarà, molto verosimilmente, il terzo paese a ratificare, in settembre, un accordo per l’attuazione della legge americana Fatca (Foreign Accounts Tax Compliance Act), dopo la Germania e il Regno Unito.

Il Parlamento potrà chiedere un tempo di riflessione ma è improbabile che lo faccia : il 13 agosto la commissione incaricata del Nazionale aveva preso atto del termine di sei mesi accordato dagli Stati Uniti per l’entrata in vigore, il 1. luglio 2014, di questa legge, che impone alle banche di trasmettere alle autorità fiscali di Washington i dati riguardanti i loro clienti americani.

Il Consiglio federale aveva iniziato i negoziati con gli Stati Uniti nel giugno 2012, negoziati sfociati nel febbraio di quest’anno nella firma dell’accordo Fatca, ora sottoposto alla ratifica delle Camere federali.

Il Consigliere nazionale del PLR Jean-René Germanier ha riassunto in poche parole lo stato d’animo che prevale in Parlamento : “Fatca è un dato di fatto, con o senza l’accordo della Svizzera.”

Da più parti si ventila l’ipotesi di lanciare un referendum qualora il Parlamento approverà l’accordo americano, ma è molto più probabile che prevarrà l’abitudine svizzera di chinare la testa di fronte agli Stati Uniti.