Malgrado una sorveglianza permanente, per i servizi d’informazione americani la Corea del nord rimane un paese “opaco”.

“I governi di Iran, Cina e Russia sono difficilmente penetrabili, ma la Corea del nord è di gran lunga il paese più opaco. Esistono cinque “buchi neri” dei servizi d’informazione americani sui programmi nucleari e balistici di Pyongyang e gli analisti non sono per nulla al corrente delle intenzioni del dirigente nord coreano Kim Jong-un – scrive in un articolo il Washington Post.

Secondo il giornale, per controllare il suo programma nucleare gli Stati Uniti hanno praticamente circondato la Corea del Nord di piattaforme di sorveglianza. Analisi di campioni d’aria, controllo dell’attività sismica, immagini a infrarossi. Il tutto invano.

Queste rivelazioni confermano quello che già avevano detto numerosi esperti. Malgrado gli ingenti dispositivi di sorveglianza, nel dicembre 2011 Washington aveva appreso la morte del leader Kim Jong-il, padre di Kim Jong-un, dai media nord coreani, 48 ore dopo il decesso.
Il New York Times aveva sottolineato il fallimento dei servizi d’informazione asiatici e americani nel sorvegliare gli eventi importanti della Corea del nord.

“Pyongyang ha costruito una fabbrica tentacolare per arricchire l’uranio e questo è passato inosservato per quasi un anno e mezzo, sino a quando i responsabili nord coreani avevano mostrato le installazioni, alla fine del 2010, a uno scienziato nucleare americano.
La Corea del nord ha anche aiutato a costruire un reattore nucleare in Siria senza che questo fosse stato notato dai servizi occidentali – scrive New York Times.