Prima la carenza di carta igienica e adesso la cellulosa per i giornali, tanto che almeno tre dall’inizio di agosto sono stati costretti a chiudere i battenti, causa mancanza di materia prima.

In Venezuela non c’è pace per i comuni cittadini che si trovano a dover fare i conti con un’economia che fa acqua da tutte le parti, economia che penalizza soprattutto le importazioni dall’estero.

Quanto alla stampa, la carenza di carta è diventato lo spettro soprattutto dei piccoli giornali di provincia per i quali finire solo sul web sarebbe l’inizio della fine.
In provincia il giornale si compra per strada, è l’unico lusso dei poveri che amano sfogliarlo e che non possono permettersi un computer.
Molti si ingegnano riducendo il numero delle uscite in edicola e la foliazione, ma sono solo soluzioni palliative.

La crisi era cominciata nel 2012 quando il governo dell’allora presidente Hugo Chávez aveva ritirato la carta dalla lista dei beni di importazione prioritaria ma, almeno finora, i giornali avevano attinto a tutti i depositi ed archivi di cellulosa rimasti.
Adesso non resta più quasi nulla e l’unica opzione è quella di chiudere, mettendo a rischio la libertà d’informazione per chi non ha accesso al Web, oltre a circa seimila posti di lavoro.

(La Stampa.it)