Ariel Castro, che a luglio era stato condannato alla prigione a vita per aver sequestrato e violentato tre giovani donne per dieci anni, si sarebbe impiccato nella sua cella in una prigione dell’Ohio, negli Stati Uniti.

Il calvario che aveva fatto subìre per una decina d’anni alle tre donne aveva scioccato l’opinione pubblica.
Ariel Castro, soprannominato il mostro di Cleveland, è stato trovato morto nella notte fra martedì e mercoledì nella cella che occupava nella sezione d’isolamento del Correctional Reception Center di Orient, una cittadina dell’Ohio.

“Era rinchiuso sotto alta sorveglianza, il che significa che era solo nella sua cella e che ogni trenta minuti veniva guardato dalle guardie del carcere – ha dichiarato un portavoce dell’amministrazione penitenziaria – E’ in corso l’indagine sulle circostanze della sua morte. Apparentemente si tratta di suicidio.”

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53 anni, Castro era stato arrestato all’inizio di maggio dopo la fuga di una delle giovani donne che teneva prigioniere nella sua casa di Cleveland.

Michelle Knight, 32 anni, Amanda Berry, 27 anni e Gina DeJesus, 23 anni, erano state rapite fra il 2002 e il 2004.
L’accusa aveva descritto gli abusi continui, il perverso sistema che Castro aveva attuato per tenere le giovani sotto il suo controllo. Un sistema basato sulla minaccia, la violenza fisica e psicologica e le continue privazioni.
Erano tenute isolate le une dalle altre, incatenate o al chiuso, ricevevano un pasto al giorno e potevano lavarsi una volta o due la settimana.

Amanda Berry ha avuto una bambina, Jocelyn, che oggi ha sei anni. Analisi del DNA hanno confermato che Castro è il padre.
Durante la prigionia Michelle Knight era rimasta incinta quattro volte e stando a quanto ha raccontato Castro la faceva abortire privandola del cibo e saltandole a piedi pari sul ventre.