Malgrado la siesta sul posto di lavoro rimanga un soggetto tabù, scrive il New York Times, le prove scientifiche dei suoi benefici sono numerose, al punto che numerose aziende tollerano il pisolino quotidiano dei loro impiegati.

Ma quanto tempo si deve dormire? chiede il quotidiano.

Gli esperti della siesta dividono il sonno in tappe o fasi, che corrispondono ai cicli del cervello che si rinnovano ogni 90-120 minuti.

Secondo Ilene Rosen, professoressa presso la Penn’s Perelman School of Medicine, la siesta ideale dura da 10 a 20 minuti. Si chiama micro-siesta. Uno studio pubblicato nel 2006 riteneva che per ridare energia al corpo a metà giornata la siesta di 10 minuti è la migliore.

In un articolo pubblicato lo scorso anno, il portale web LifeHacker proponeva un’altra versione della siesta ideale. Questa siesta perfetta durerebbe 30 minuti.
Permetterebbe di migliorare le funzioni cognitive, la produttività e la memoria, senza lo sgradevole malessere al risveglio tipico di una siesta più lunga.

Per consolidare la memoria, scrive il Wall Street Journal, il sonno profondo che si raggiunge dopo un’ora di sonno e che è caratterizzato da movimenti lenti dell’occhio, è il migliore.
La siesta più lunga, quella di 90 minuti, permette di realizzare un ciclo di sonno completo : sonno leggero-sonno profondo-sonno paradossale, stadio ultimo durante il quale si inizia a sognare.

E’ l’ideale per stimolare la creatività e la memoria emotiva e procedurale. Al risveglio non si subisce l’effetto d’inerzia. Si deve comunque avere un datore di lavoro molto comprensivo per potersi permettere una simile pennichella.