Rapiti in Siria cinque mesi fa, il reporter italiano Domenico Quirico e il professore belga Pierre Piccinin Da Prata, la cui liberazione è stata annunciata domenica, sono tornati a casa nella notte fra domenica e lunedì.

Le prime dichiarazioni del giornalista italiano sono state pubblicate suul’account twitter del direttore del quotidiano La Stampa, Mario Calabresi. ” Sono stato isolato, come se fossi stato cinque mesi su Marte. Ho scoperto oggi chi è il presidente della Repubblica… – ha detto Quirico al suo arrivo a Roma, poco dopo la mezzanotte.

quiricoA 62 anni, questo veterano de La Stampa, che ha coperto numerosi conflitti in Africa e nel Medio Oriente, si era recato in Siria il 6 aprile ed era scomparso quattro giorni dopo, insieme a Pierre Piccinin Da Prata, un professore di storia belga che dall’inizio della Primavera araba aveva moltiplicato i suoi soggiorni in Medio Oriente e che è l’autore di un documentario sulla battaglia di Aleppo.

I due uomini erano scomparsi nell’ovest della Siria, vicino alla frontiera libanese, una regione sottomessa al peggio del peggio della rivolta siriana.
L’italiano aveva potuto contattare telefonicamente la moglie in giugno per confermare il suo rapimento e rassicurare sul suo stato di salute.

Tornato in Belgio, Pierre Piccinin ha detto di aver subìto condizioni di detenzione e violenze fisiche molto dure.
“Domenico è stato sottoposto a due false esecuzioni capitali – ha precisato indicando che erano stati fermati dall’Esercito siriano libero e poi consegnati alla brigata Abou Amar.
“Abbiamo cercato di scappare due volte. Una volta approfittando del momento della preghiera, abbiamo preso due kalashnikov (…) Siamo stati fuggitivi per due giorni e poi ci siamo fatti prendere e la punizione è stata molto severa.”

“Sono stato maltrattato – ha confermato Domenico Quirico a un giornalista, senza aggiungere altri dettagli.
“Ho cercato di raccontare la rivoluzione siriana – ha aggiunto – ma è possibile che questa rivoluzione mi abbia tradito, perché non è più la rivoluzione che ho conosciuto due anni fa a Aleppo, laica e tollerante.”

Più diretto, il professore belga ha chiaramente identificato i suoi aggressori : “Abbiamo oltrepassato la frontiera con il Libano il 6 aprile, due giorni dopo eravamo a Qoussair e qui l’Esercito siriano libero ci ha arrestati e poi consegnati alla brigata Abou Amar.
Questa gente è pazza, sono più o meno alleati al movimento Al Farouk, uno dei principali gruppi di ribelli in Siria.”

In Siria resta ancora prigioniero un altro italiano, il padre gesuita Paolo dall’Oglio, che è stato visto per l’ultima volta nella città di Raqqa.
Dal 6 giugno nel paese sono tenuti prigionieri anche due giornalisti francesi, Didier François e Edouard Elias.