Quella fra mercoledì e giovedì è stata una nottata di proteste nelle grandi città turche, dove migliaia di manifestanti si sono scontrati con la polizia, dopo che lunedì un ragazzo era stato ucciso dalle forze dell’ordine.

I media turchi riferiscono che a Istanbul il centro della protesta è stata la piazza di Kadikoy, sulla riva asiatica del Bosforo, dove un migliaio di manifestanti si è scontrato con la polizia, che ha usato lacrimogeni e idranti. La polizia ha arrestato una ventina di persone e i feriti sarebbero decine.

A Smirne, terza città del paese, più di 2.500 persone hanno sfilato nel centro cittadino, sfidando la polizia che ha lanciato granate lacrimogene sui manifestanti che gridavano slogan contro il partito islamico al governo.
Segnalati scontri anche ad Ankara, Mersin e Antakya, la città dove il giovane Ahmet Atakan ha perso la vita lunedì, negli scontri con la polizia.

La famiglia ha annunciato che il ragazzo è stato ucciso da una bomboletta di lacrimogeno lanciata dalla polizia, mentre il ministro degli Interni Muammer Guler ha escluso qualunque responsabilità della polizia. A suo dire, la morte del ragazzo è stata causata da una caduta e ha denunciato lo sfruttamento dell’incidente per alimentare la rivolta.
L’episodio ha riacceso le manifestazioni in tutto il paese, acuendo i timori di una nuova ondata di proteste contro il governo, dopo quella soffocata con la forza dalla polizia a giugno.