Il prossimo 16 settembre si aprirà a Lugano una manifestazione, che durerà 7 giorni ed offrirà al pubblico luganese e ticinese una vasta gamma di intrattenimenti. Per parlarne abbiamo invitato nel salotto buono di Ticinolive il suo ideatore e organizzatore Stefan Widegren, console onorario di Svezia e patron della Cavotec. Un’intervista di Francesco De Maria.
Francesco De Maria Siamo alla vigilia di Ciao Svezia! Che cosa l’ha spinta a creare questo multi-evento a Lugano?
Stefan Widegren L’obiettivo più importante di Ciao Svezia! è di raggiungere un pubblico più ampio. La speranza è di creare molte occasioni di far conoscere la Svezia ai Ticinesi. Ovviamente vogliamo anche far conoscere il Ticino agli Svedesi.
Come ne ha ideato e concretizzato il ricco programma? Con quale criterio ha scelto gli artisti e gli intellettuali da invitare?
SW Abbiamo cercato di presentare un programma che potesse interessare i Ticinesi scegliendo soprattutto temi che ci uniscono (begli spettacoli, gastronomia, hockey, gialli, etc.)
Ha trovato facilmente i fondi necessari?
SW E’ stato abbastanza facile, soprattutto alla fine quando ormai c’era un programma visibile. L’importante è stato trovare degli sponsor che potessero trovare uno sbocco commerciale nelle attività di Ciao Svezia!
Quali risultati si aspetta dal suo notevole impegno?
SW Che la cosa sia di gradimento a tutti i partecipanti!
Ci parli della Svezia. Ci dica in breve le cose più importanti sul suo Paese.
SW Penso che la natura abbia un significato particolare importante nei paesi nordici. La natura da noi è veramente bella e rilassante – per la sua semplicità e purezza – ma nello stesso tempo può anche essere dura e minacciosa. La natura è sempre con te in Svezia.
Quali aspetti della cultura svedese possono risultare più interessanti per un pubblico estero?
SW Una cosa che affascina gli stranieri nella società svedese sono criteri come l’eguaglianza, la tolleranza, la trasparenza e la correttezza. Essi hanno un significato particolare per gli svedesi.
Lei ha certamente assistito al prologo di Ciao Svezia!, cioè alla partita di hockey Lugano – Mora IK. Com’è andata? È stata una partita appassionante?
SW La partita non poteva andare meglio. E’ stata una vera festa per i 1550 spettatori (giocatori, adulti – commercianti, operai, ingegneri, avvocati, medici, etc. – giovani e bambini) e penso che abbiamo tutti scoperto qualcosa di nuovo quella sera. Il Lugano ha vinto per 3-2 : un risultato meritato e anche corretto (2-2 alla fine della partita più un gol ai rigori). Il risultato ha accontentato tutti.
Lei conosce bene il Ticino? Come vede questo minuscolo paese (che è – anche se non sembra – una repubblica)? Quali i suoi pregi? Quali – ahimé! – i suoi difetti?
SW Beh, i pregi li conosciamo tutti, il bel paesaggio, il clima, l’ordine e la sua posizione centrale in Europa. Difetti non ne vedo molti, forse il traffico alla mattina (ma questo c’è quasi dappertutto) e una certa tendenza a volersi isolare dal mondo! Forse più un “sogno” che la realtà?
Ci descriva la sua attività di console onorario di Svezia a Lugano.
SW Come ben sa il Ticino non è un territorio molto esteso e con una grande popolazione. Perciò anche il mio lavoro come console è molto limitato. Noi abbiamo solo una visita al giorno in media, ed è possibile gestire il consolato con un paio d’ore di impegno giornaliero. La ragione per la quale ho accettato questo incarico risiede nel mio interesse a conoscere il territorio dove vivo, e come console mi si aprono molte porte: ciò che mi aiuta nel mio ruolo di consigliere della SSCC Ticino.
Chi sono i residenti svedesi nel Ticino?
SW Una volta erano soprattutto persone pensionate. Però le cose sono cambiate, anche se ci sono ancora molte persone in Svezia che, giunte all’età della pensione, vogliono vivere in un paese con un clima più temperato che in Svezia. Oggi ci sono anche giovani che hanno voglia di farsi un’esperienza all’estero, e famiglie miste svizzero-svedesi. Infine abbiamo parecchie persone che vivono di rendita, con la Svizzera che offre loro una fiscalità più vantaggiosa.
Lei è un importante imprenditore, titolare di un’azienda multinazionale, la Cavotec SA “Inspired Engineering”. Quando è stata fondata, in quali paesi opera e, soprattutto, quali prodotti offre sul mercato?
SW La Cavotec è stata fondata a Stoccolma nel 1974 da me e dai miei due soci Peter Brandel e Lars Hellman. Siamo partiti quando eravamo ancora studenti universitari e oggi dopo quasi 40 anni lavoriamo ancora insieme, qui a Lugano. La Cavotec ha più di 35 società di vendita e 9 “Centri di eccellenza”, dove si producono macchinari specializzati nel trasferimento di segnali e di potenza da una macchina in movimento al suo punto di alimentazione, come le macchine da miniera, le gru, le navi e gli aeroplani. Oggi la Cavotec SA ha la sua sede a Lugano ed è sulla borsa NASDAQ OMX a Stoccolma.
Da sinistra: Lars, Peter e Stefan
Il mio amico scacchista Giorgio Lundmark, di padre svedese e madre ungherese, mi ha spinto ad approfondire la misteriosa storia (che già in parte conoscevo) di Raoul Wallenberg, il diplomatico svedese che fu arrestato a Budapest nel gennaio 1945 dai russi e scomparve per sempre. Che idea si è fatta di quella triste vicenda?
SW Penso che Raoul Wallenberg fosse una persona molto coraggiosa con un grande cuore per l’umanità. Durante la guerra ha salvato migliaia di ebrei dai lager tedeschi, ma alla fine è stato sfortunato ed è finito nelle mani dell’esercito russo. Per questo ha perso la vita! Probabilmente c’erano molte persone come lui ma, siccome Raoul Wallenberg apparteneva a una delle più potenti famiglie di Svezia, non è stato dimenticato ed è oggi un simbolo di persona di buona condotta per molti svedesi ed ebrei in tutto il mondo.
Una delle più note personalità svedesi, anche per la sua tragica fine, è Olof Palme, assassinato il 28 febbraio 1986. Che giudizio dà dell’operato di questo politico?
SW Anche lui era una persona coraggiosa e molto intelligente. Era leader del partito socialdemocratico e perciò non godeva della simpatia di tutti, ma penso che la sua memoria sia rispettata dalla maggior parte degli svedesi per il suo operato e la sua politica coraggiosa.
I maligni dicono che gli americani facilmente confondono Svizzera e Svezia. A parte la vicinanza dei nomi, lei vede qualche somiglianza degna di nota tra i due paesi?
SW Beh, siamo entrambi dei piccoli paesi nel mondo. Siamo – tutt’e due – begli esempi di società evolute con una democrazia che funziona. Nelle statistiche internazionali siamo sempre tra i primi quando si parla di efficienza, competitività, innovatività, longevità etc. Molti paesi vedono nella Svizzera e nella Svezia un buon esempio di mondo futuro pacifico e ricco. Sarebbe bene conoscerci meglio per scambiare idee ed esperienze, per forse migliorare ancor più questi concetti importanti e vincenti. In fondo i nostri due paesi sono arrivati a questi risultati seguendo strade molto diverse.
Quest’ultimo pensiero è uno stimolo per “Ciao Svezia”!
L’ultima domanda delle serie non è certo l’ultima per importanza. Ci parli della monarchia svedese e della sua collocazione nella moderna realtà del Paese.
SW La monarchia svedese è molto popolare e ben accettata in Svezia, soprattutto adesso che abbiamo una futura regina come Vittoria. Questo può sembrare strano in un paese che ha vissuto più di sessanta anni di socialdemocrazia. Però, la famiglia Bernadotte ha sempre fatto il suo dovere nei confronti del paese e sono anche sempre stati molto attenti a ciò che dicono e fanno. In una moderna Europa forse non è logico avere delle monarchie, ma – a patto che la nostra famiglia reale si comporti bene (ciò che io do per scontato!) – gli svedesi saranno ben contenti di tenersi la loro monarchia.
Esclusiva di Ticinolive, riproduzione consentita citando la fonte.