Già anni fa ho sostenuto la tesi secondo la quale i soli progressi possibili nel 21esimo secolo consisteranno nell’eliminazione dei progressi ottenuti dai progressisti (per autoproclamazione) del 20esimo secolo.
Qualche mese fa questo portale mi ha onorato con la pubblicazione di 3 articoli, con considerazioni in parte mie, ma in buona parte della “Weltwoche”, sull’orribile e terribile fine di Marie, assassinio prevedibile, anzi preannunciato di una povera ragazza. Chi mi ha letto avrà capito che considero primo responsabile dell’accaduto, non certo direttamente, ma per imperizia, imprevidenza e deficienza caratteriale, il presidente del tribunale cantonale vodese, François Meylan per non fare nomi.
I genitori, o chi per loro, della povera vittima hanno sporto denuncia per ricevere una risposta che alleviasse il loro dolore. La magistratura ha deciso il non luogo a procedere e adesso il tribunale cantonale vodese ha respinto il ricorso. Immagina, amico lettore, un tribunale cantonale che respinge un ricorso contro una decisione della magistratura che, a mio modesto parere, riguarda in primo luogo proprio il presidente, ancora in carica che io sappia, del tribunale cantonale. Di che rabbrividire. Speriamo che ci sarà nuovo ricorso al tribunale federale. Vedremo come sa difendersi la casta dei magistrati giudiziarii, sola casta al mondo che gode del diritto di impunità assoluta!
Ha suscitato scalpore, in questi ultimi giorni, il caso del muscoloso atleta balcanico detto Carlos, che si allena a nostre spese alla boxe thailandese abitando in un piccolissimo appartamento di 4 locali e mezzo, per modestissimi 29’000 franchi al mese, attorniato da un nugolo di socioterapeuti che si affannano a risocializzarlo contro la sua volontà, ma senza dimenticare di passare alla cassa per la doverosa e dovuta, da noi, propria retribuzione. Che il tutto sia accaduto nella rossissima e verdastra Zurigo (7 municipali su 9), di cui sono noti abusi “socioterapeutici” che fanno semplicemente inorridire (la dimissionaria signora Monika Stocker per fare un nome) non stupisce. Ai progressisti dalle buone intenzioni non si possono e non si devono mettere limiti.
Ieri, 12.9.13, mi è toccato leggere che uno stupratore 39enne, in “uscita rieducativa” a Ginevra, assieme a una “accompagnatrice terapeutica” 34enne, non era rientrato alla base, facendosi uccel di bosco. Subito le “autorità” avevano espresso “inquietudine”. Io, da uccello del malaugurio come sono, avevo subito sentito suonare le campane a martello, non per lo stupratore, poverino, che non dobbiamo tralasciare niente per risocializzarlo, ma per l’”accompagnatrice”.
Oggi, 13.9.13, leggo su Teletext: la poveretta, madre di un bambino di 8 mesi, trovata morta come da programma, era in “uscita pianificata educativa autorizzata”. Autorizzata da chi? Come il termine stesso implicita, dalle autorità, che previdenti e sollecite avevano però già ieri definito “inquietante” la sparizione, ma che esattamente come nel caso di Marie e del presidente del tribunale cantonale vodese non hanno né potranno avere responsabilità alcuna.
A blandire il nostro animo rattristato, la presa di posizione di un giudice ticinese, Marco Villa, che non ho il piacere di conoscere, che denuncia (dimostrando così di non appartenere alla casta eletta dei progressisti e nemmeno a quella sussidiaria dei politicamente corretti) il fatto che le nostre autorità, quelle che non hanno responsabilità come il presidente del tribunale cantonale vodese, mantengono e sussidiano a fior di centinaia di migliaia di franchi persone che, uscendo e rientrando dalla e alla Stampa, vivono spacciando droga. Da modesto pensionato che riceve dallo Stato 75 franchi al giorno (ho fatto il calcolo, per recuperare quel che ho versato dovrei campare fino a 278 anni, ma va bene così, perché la solidarietà era un impegno dovuto da chi poteva, ma i tempi sono cambiati) inorridisco, resto basito, attonito e impietrito.
Ma quando riusciremo a liberarci di tutta questa accozzaglia di psico-, orto-, meta-, para-, pseudo- e socioterapeuti*** che con la scusa di risocializzare i delinquenti geneticamente tarati (loro, i delinquenti, non ne hanno colpa, ma bisogna proteggere la collettività proprio da loro) si guadagnano e assicurano laboriosamente la vita regalandoci una vittima innocente ogni 2 o 3 mesi? E da quelle autorità che per garantire la propria rielezione non osano dire quello che dovrebbero dire? E`ampiamente ora che qualcuno, singola personalità politica o partito che sia, sporga la faccia!
Gianfranco Soldati, presidente onorario UDC
*** qui l’insigne opinionista pecca per omissione, dimenticando colpevolmente gli ippoterapeuti