“Sinistri” … segnali per il futuro del nostro Paese.

Nel dibattito innescato dal maître à penser della Destra, colui che “osa lodare il capitalismo” – e che pubblicamente e provocatoriamente si domanda “Perché vogliamo demolire la Svizzera? – si inserisce oggi una nuova voce autorevole, quella del deputato UDC on. Orlando Del Don. Una voce vivace e, diremmo, vivacemente accusatoria, rivolta soprattutto contro quella che nella Repubblica “vicina ed (ex) amica” viene chiamata “la Casta”. Di essa, lo ammettiamo con un sorriso, si può dire tutto il male possibile. Infatti nessuno la ama (salvo forse i diretti interessati…)


Il nostro Paese ha costruito il suo benessere e il suo successo quando, in tempi non sospetti, i nostri avi scelsero di premiare la meritocrazia, l’iniziativa personale privata, il senso di responsabilità individuale e i principi di salvaguardia della libertà e della giustizia.

Questo modello di successo ha indubbiamente creato però anche, sia esternamente che – paradossalmente – anche internamente al nostro Paese, molti nemici. Nemici interni tanto più acrimoniosi e pericolosi quanto più ipocritamente corteggiati e concretamente temuti dai più. Questa condizione essendosi venuta a creare proprio in virtù del benessere e del successo del nostro modello sociale e politico che i nostri padri hanno faticosamente quanto fortissimamente voluto, difeso ed eretto negli anni.

Questi nostri nemici interni non si sono però, nel frattempo, neppure resi conto del fatto che stanno non solo sputando sul piatto in cui hanno mangiato e continuano a mangiare ma – e questo è tanto più paradossale – questi stessi vorrebbero giungere caparbiamente a tagliare fino in fondo il ramo sul quale il loro pingue deretano si è da tempo comodamente posato!

Una forma, questa, di masochismo di lusso, aggravato da un pernicioso egocentrismo ipertrofico e da narcisismo coatto strisciante … della cui diffusione però siamo purtroppo tutti responsabili! E sì, tutti noi – ahimé – lo siamo! Proprio perché intrinsecamente connaturata, questa responsabilità, con il fatto che tutti noi abbiamo permesso ingenuamente quanto generosamente lo sviluppo indiscriminato, insidioso e proditorio di uno Stato (sociale) retto da funzionari e burocrati di lusso che non hanno mai dovuto sforzarsi – come la maggior parte dei comuni mortali quali noi siamo – di guadagnarsi la pagnotta ed assumersi le responsabilità delle loro azioni e delle loro scelte.

Questo ha creato progressivamente uno Stato ipertrofico di superfunzionari e superburocrati onnipotenti e politicamente orientati che, purtroppo, sono da tempo convinti che la realtà della nostra esistenza condivisa possa essere stabilita e/o creata dal loro volere, dai loro pregiudizi, dal loro sopravvalutato intelletto, nonché dal loro credo (in quanto essi sono fermamente convinti di pensare ciò che dicono e fanno!)

Evidentemente per queste persone l’unico soggetto serio, affidabile e degno di fiducia non è il libero cittadino ma tutto quanto viene proposto e offerto dallo Stato o, meglio, da un’amministrazione onnipotente di questo Stato. I privati cittadini e le loro iniziative essendo da loro visti con sospetto, inaffidabili quanto indegni di considerazione!

Ma i responsabili di questa deriva involutiva, di questa crescita fuori da ogni controllo di soggetti che perorano lo smantellamento del nostro modello sociale e politico, di questi burocrati dell’esistenza che esaltano una condizione gravemente distorta della realtà e della socialità condivisa, e che inopinatamente quanto un po’ ingenuamente favoriscono lo sviluppo ulteriore dei picconatori del Modello svizzero che tanto ci ha dato e ci potrebbe ancora dare, i responsabili di tutto ciò sono gli stessi politici e i cittadini che si sono lasciati condizionare e intimorire dalla sicumera e dalle possibili contromosse della casta; casta di mandarini della pubblica amministrazione e delle istanze e istituzioni parastatali affini nonché dei loro emuli, adepti e discepoli debitamente indottrinati e asserviti. Forse a ragione, viste le loro forze e il loro potere istituzionale, in grado di colpire proditoriamente e subdolamente chiunque! E allora? Che fare?

Sicuramente dobbiamo smetterla di lamentarci e al contempo dobbiamo trovare alleanze e condivisioni unitamente a una leadership politica capace di riconoscere tutto ciò e in grado di esprimere idee, decisioni e progetti tali da saper rimettere il campanile al centro del villaggio. E cioè in grado di ridare ai cittadini responsabili, impegnati, laboriosi e consapevoli, nonché alla società civile imprenditoriale e alle Istituzioni dello Stato il loro rispettivo ruolo e peso, che non dovranno mai e poi mai essere confusi e/o invertiti!

Perché quando le istituzioni non sono più funzionali a cogliere e tutelare la meritocrazia, il lavoro, l’imprenditorialità, il senso di responsabilità, le domande di libertà, speranza e giustizia che la gente sente come vitali e non derogabili, beh, allora il fallimento e l’annientamento del nostro panorama esistenziale è segnato. Inesorabilmente.

Saremo in grado di porre un argine a questo smantellamento e sfacelo del nostro modello sociale, politico, civile ed esistenziale? Saremo in grado di riprenderci da questo suo progressivo quanto proditorio annientamento e sfaldamento? Ci sarà qualcuno in grado di guidare questo cambio di paradigma? Domanda, questa, alla quale temo di non essere in grado di dare una risposta univoca, rassicurante e assolutoria.

Posso cionondimeno dire, per concludere, che di certo non saremo sicuramente mai in grado di andare da nessuna parte – come ci ricorda lo psicoanalista J. Lacan – finché non capiremo che il grande errore di sempre è immaginare o credere che gli esseri umani [quelli che sono responsabili di questa deriva] pensino ciò che dicono!

Invito tutti a riflettere su questo punto. Sarà già un passo nella giusta direzione.

Prof. dr. Orlando Del Don
Psicoanalista e docente univ.
Gran Consigliere UDC