Sergio Savoia è uno dei miei opinionisti preferiti. Perché scrive con molta verve, perché è spiritoso e spesso sarcastico, perché NON è politicamente corretto e – last but not least  – perché ha deciso che i suoi Verdi non debbano più farsi sfruttare ingenuamente dai socialisti. Ovviamente il Sabaudo non è popolarissimo nei salotti di Lurati & Co.

Avevo proposto a Sergio di intervenire nel dibattito “Perché vogliamo demolire la Svizzera?” (titolo mio), tema che non vorrei abbandonare totalmente nelle mani di un’ansiosa e incavolata Destra, facendo seguito a uno stringente ed ammirato articolo (persino nei nostri quartieri! ed è tutto dire) dell’altro Sergio, Roic. M’era parso di aver ricevuto il suo assenso ma alla fine sono rimasto a mani vuote. Vi propongo allora questo suo breve pezzo, dove Savoia sul “caso Cagnotti” dice all’incirca quel che dicevo io. È per questa ragione che lo pubblico? No di certo! (francesco de maria)


«Se il mio nemico usa mezzi che io considero illeciti sono lesto a indignarmi. Se invece li uso io, o i miei alleati, quei mezzi non sono più illeciti. Anzi, sono giustificato nell’usarli, dal più nobile fine che io, ovviamente, perseguo.» È un po’ questa la giustificazione che il giornalista Marco Cagnotti, direttore della rivista socialista «Confronti» ha usato nel difendersi a processo per le famose o famigerate – dipende dai punti di vista – «dieci domande al carpa» (il Carpa è Boris Bignasca, ndr).

Ed è anche la medesima linea tenuta dal PS nel suo incredibile comunicato a commento della medesima sentenza. Quindi le 10 squallidissime domande diventano un «esperimento comunicativo» e un modo per «abbassarsi al livello della Lega». Insomma nessuna assunzione di responsabilità e nessun ripudio dei metodi indipendentemente da chi li usa. Ma piuttosto un ripudio «selettivo» e una pelosa auto-assoluzione. Anzi, di più. Il PS, dopo aver dichiarato a suo tempo di non sapere nulla delle dieci domande, ora decide per una fragilissima rivendicazione postuma, ’ribadendo’ (pur senza averlo mai detto prima) «di aver voluto unicamente contribuire, con quella pubblicazione, a un confronto, in questo caso duro per scelta dimostrativa, su un certo tipo di comunicazione***.

Ribadendo che quello in giudizio è stato un caso eccezionale, si augura che il confronto politico nel nostro Cantone d’ora innanzi possa tornare nei termini di civiltà che contraddistinguono la nostra storia.» Imbarazzante, veramente imbarazzante…

*** Questa frase in particolare era valsa al PS il titolo mondiale della specialità “arrampicata sugli specchi” (attribuito da me, non so se con sufficiente autorità) (fdm)