Berlusconi ne dice una di troppo al telefono e…
… naturalmente la sentono tutti
Gli Italiani nel Soldati-pensiero
Un famoso detto di Mussolini

Il dottor Soldati in questi giorni è degente in ospedale per una indisposizione. E allora non potrà certo scrivere, diranno i lettori. Non sia mai! Egli ci manda oggi questo pezzo freschissimo; noi lo ringraziamo e gli auguriamo una veloce e piena guarigione.

Caro Francesco,

ho letto il tuo commento a “Non riesco a dormire”, che riferisce di una telefonata di Berlusconi che accusa il Colle di intromissione nella faccenda del Lodo Mondadori e della furiosa reazione “collinare”. Le domande da porci (come soleva dire Flavio Maspoli, non da maiali, ma che ci dobbiamo porre) sono molteplici. Per farlo in modo razionale dobbiamo attenerci ad alcune considerazioni basilari: domande e risposte possono essere veritiere, autentiche o inventate ad hoc. Visto che abbiamo a che fare con attori italiani si impone un massimo di diffidenza e prudenza, in ossequio al principio secondo il quale gli italiani se non ti fregano oggi ti fregano diciamo, per non far rima, subito dopo.

Non avendo altro da fare ho assistito in questi giorni al balletto tragicomico, penoso, esilarante, stucchevole e (in)conclusivo del parlamento italiano. Una logorrea torrenziale, l’immancabile tradimento di parte dei rappresentanti di un popolo che non ha mai finito una guerra dalla parte da cui l’ha cominciata (simili ai topi che lasciano la nave quando sentono che sta per affondare), i presunti vincitori che inneggiano e si proclamano indispensabili per la guida alla salvezza, che non è nè più vicina nè meno lontana di quando la destra era unita (e l’unità era la sola e unica sua vera forza), gli atleti dello sport nazionale che è il salto sul carro del vincitore, ecc. ecc.

Italiani, stranissimo popolo, un miscuglio, anzi guazzabuglio di mostri di simpatia e di ripulsione, intelligenza e laboriosità da una parte, lazzaronismo e disposizione a schivar l’oliva dall’altra, onestà e dirittura morale con genetica predisposizione all’imbroglio, rancori e pregiudizi esacerbati fino al limite della paranoia, insomma tutte le qualità messe in evidenza dai vari De Filippo, Totò, Sordi e altri ancora.

Una destra, nel senso di quel che intendo io per destra, c’è anche in Italia, circa un 30-40% degli elettori. Altrettanti fedeli conta, credo, la sinistra. Poi ci sono i grillini (con propensione a sinistra) e gli astensionisti (destra e sinistra), che sanno quello che non vogliono ma non sanno quello che vogliono. Stampa e media elettronici stanno in grande preponderanza a sinistra, a livelli molto alti in fatto di faziosità e disonestà intellettuale. La giustizia ha forte maggioranza di rappresentanti integerrimi, come è giusto che sia ovunque, ma è infiltrata da elementi che si autoproclamano “democratici” per poter essere faziosi e ignobili, come è giusto che sia in Italia, paese padre della madre di tutte le mafie del mondo.

La destra si è divisa tra colombe e falchi. Da una parte Alfano (era il mio preferito come successore di Berlusconi, adesso non so più: è pur sempre italiano, e allora anche la conservazione delle cadreghe che occupa attualmente e la tentazione di scendere dalla nave per saltare sul carro può aver giuocato un ruolo nella scelta che ha fatto), dall’altra Brunetta, tutti e due coi loro seguaci. Poi il rieccolo nr. 2, al secolo Pierferdinando Casini, che annaspa nella melma dello stagno in cui sta fermamente impantanato, un politicamente agonizzante Monti che ha creduto, sdegnoso e arrogante, di dover scendere in politica, avviandosi invece sulla salita del cimitero politico, una Meloni che ingenera sentimenti di tenerezza quando si capisce che ci e si crede veramente, un Ignazio La Russa che potrebbe essere anche bene, se non fosse disservito da una faccia e una voce troppo mefistofeliche, e via via con la “petite pièce”.

Per fortuna, anche la sinistra italiana è italiana: e allora, con le lotte tra Renzi e i suoi “mortali” oppositori, il D’Alema che non si sogna neppure di scomparire, il Bersani che porta sempre a spasso il suo cadavere e chi più ne ha più ne metta, senza dimenticare Vendola, ne vedremo ancora delle belle.

Incontrovertibile, anche per Berlusconi, rimarrà la grande verità di Benito Mussolini: “Governare gli italiani non è difficile, è inutile”.

Gianfranco Soldati