Con la conferenza stampa di ieri il Consiglio federale ha ufficialmente lanciato la campagna per il NO alla votazione federale del prossimo 24 novembre sull’iniziativa popolare “sgravi fiscali anche per i genitori che accudiscono personalmente i propri bambini”.

La posizione contraria non è nuova ed è sostenuta – ahimè – dalla maggioranza sia del Consiglio nazionale sia del Consiglio degli Stati.

Gli argomenti dei contrari si fondano principalmente su questioni di ordine giuridico-fiscale e sui minori introiti per la Confederazione.
La riforma sarebbe troppo onerosa e mal si concilierebbe con i principi fiscali nazionali. Di fondo vi è poi purtroppo una contrarietà di carattere ideologico e culturale per cui quest’iniziativa premierebbe eccessivamente ed esclusivamente il modello di famiglia tradizionale.
Personalmente ho sostenuto e sosterrò nei prossimi mesi questa iniziativa. Il risultato dello scrutinio popolare è aperto e gli argomenti a favore superano a mio giudizio gli aspetti critici. Si può vincere la partita!

L’iniziativa in sostanza vuole sostenere le famiglie con figli introducendo una deduzione fiscale per l’imposta federale diretta per chi bada ai propri figli “in casa” (i genitori stessi o i parenti prossimi), equivalente a quella prevista per chi affida la custodia dei figli a terzi (ad esempio ad asili nido).

Il testo in votazione non rappresenta un’assoluta novità. Il riconoscimento fiscale dei costi generati dall’accudimento dei figli a casa è già oggi garantito in alcuni sistemi fiscali cantonali, ad esempio a Lucerna, Vallese e Zugo.
Si riconosce sostanzialmente il valore dell’impegno di madri, talvolta anche padri, che rinunciano a un reddito per occuparsi dei propri figli. Il “lavoro di casa” e “l’impegno per la famiglia e per i figli” sono riconosciuti e compensati fiscalmente, alla pari di deduzioni e sgravi concessi a chi sceglie, più o meno liberamente, di affidare la cura dei propri figli a terzi.

Le deduzioni proposte valgono solo per l’imposta federale diretta, quindi nessun Cantone sarà obbligato a introdurle perdendo risorse fiscali. La sovranità fiscale dei Cantoni rimane intatta.
Con deduzioni fiscali uguali per tutti, lo Stato assicura la libertà di scelta del modello di famiglia. L’approccio volto a contrapporre i vari modelli presenti nella società è riduttivo e scorretto.
Stato e società devono valorizzare ogni modello di famiglia, soprattutto in una Svizzera e in un Ticino che manifestano una preoccupante tendenza alla diminuzione delle nascite. Non dimentichiamo il principio della libera scelta.

Taluni devono assolutamente lavorare per completare il reddito familiare. Altri, desiderano realizzarsi in una professione o semplicemente applicare quanto acquisito nella propria formazione. Non è corretto generalizzare le singole situazioni e soprattutto è pericoloso contrapporle.
Personalmente sosterrò a spada tratta l’iniziativa popolare dell’UDC sia in un’ottica di molteplicità delle tipologie di famiglie sia in difesa del modello tradizionale di famiglia.

Chi sceglie di accudire e crescere personalmente i propri figli, rinunciando ad un reddito, merita considerazione; anche da un punto di vista fiscale. Si il prossimo 24 novembre!

Marco Romano, consigliere nazionale PPD/TI