Spettabili autorità politiche, militari e religiose,
gentile signora Barra, care Giada e Jessica, caro Kevin,
cari parenti e amici del compianto Consigliere di Stato Michele Barra,
gentili signore, egregi signori,
 

la nostra condizione di esseri umani è caratterizzata dall’imprevedibile, e a volte il destino si diverte a riservarci vere e proprie sorprese, belle o brutte, che possono susseguirsi anche nell’arco di un breve – o magari brevissimo – periodo di tempo.

E così è stato nel corso del 2013 per Michele Barra.

Dapprima l’occasione di diventare Consigliere di Stato, di vedersi offrire la preziosa opportunità di operare per il bene di tutta la comunità, facendo approfittare il suo amato Cantone dell’infinita generosità di cui era capace. Poi, poco dopo, il repentino sopraggiungere di una gravissima e inesorabile malattia, che lo ha strappato a noi e ai suoi cari nel volgere di un attimo.

Almeno un punto accomuna queste due realtà con le quali si è dovuto confrontare negli ultimi mesi Michele Barra: in entrambi i casi si è trattato per lui di una sfida. E sebbene la seconda abbia forzatamente reso ancor più ardua la prima, credo di poter dire che Michele ha raccolto entrambe con lo spirito del combattente che era, dando il meglio delle sue capacità nell’esercizio delle alte e delicate funzioni che era stato chiamato ad assumere in veste di Consigliere di Stato, e affrontando nello stesso tempo, con molto pudore e grandissima dignità, la dura prova della malattia.

Non mi sembra il caso di dilungarmi in una serie di elogi che metterebbero sicuramente in imbarazzo l’uomo umile, modesto e sensibile che oggi commemoriamo. Mi limiterò a dire alcune cose semplici, ma – credo – profondamente vere, soffermandomi su quanto egli ha avuto modo di dimostrare ai Ticinesi negli ultimi difficili mesi della sua esistenza.

Una cosa possiamo affermarla in tutta tranquillità: a giudizio della maggioranza dei Ticinesi, Michele Barra è stato un buon Consigliere di Stato; e questo non è poco. Egli ha saputo onorare pienamente la carica, impegnandosi al massimo per il bene del Cantone, cercando di trovare soluzioni concrete a problemi reali e sentiti, e prestando sempre una particolare attenzione alle fasce più deboli della popolazione. Grazie alla sua tenacia, egli è pure riuscito ad ottenere alcuni risultati tangibili durante il brevissimo periodo nel quale il destino gli ha concesso di operare come Consigliere di Stato.

Certo, il suo carattere schietto e trasparente, la sua spontaneità e i suoi modi diretti nel relazionarsi con gli altri, in altre parole il suo essere poco incline a sottomettersi ai protocolli e agli schemi della politica, lo hanno anche condotto, in talune occasioni, a commettere qualche piccola gaffe. Ma proprio questi episodi lo hanno reso ancor più benvoluto dalla nostra gente, che lo ha subito perdonato, riconoscendogli di avere sempre agito in buona fede, avendo a cuore soltanto il bene del nostro Cantone.

Anzi, quel suo modo di essere e di fare così naturale, in un certo senso più da cittadino e imprenditore che da politico, ha sicuramente contribuito a rendere Michele Barra particolarmente simpatico fra la popolazione, sia come uomo che come Consigliere di Stato.

Anche se un crudele destino si è accanito su di lui poco dopo l’assunzione della carica, Michele ha tenuto duro, lottando fino all’ultimo, e lavorando instancabilmente nonostante gli enormi sforzi fisici che ciò ha comportato per lui. Sforzi dovuti all’ineluttabile e rapido decorso della malattia. Sforzi di cui pochi sapevano. Ma è stato giusto così: il pudore e la discrezione facevano parte del suo modo di essere. Solo negli ultimissimi giorni del suo calvario, quando ha dovuto constatare che, purtroppo, le condizioni di salute non gli permettevano più di far fronte agli impegni assunti, è venuto allo scoperto, rassegnandosi a chiedere umilmente un congedo…; congedo che, a posteriori, suona come un timido addio.

Nel frattempo infatti, Michele se n’è andato, in punta di piedi, con la stessa semplicità ed essenzialità con cui ha vissuto. E così ci ha sorpresi, per l’ultima volta, creando in tutti noi un senso di sbigottimento e lasciando un vuoto enorme.

Alla cara moglie, signora Dolly, ai cari figli Giada, Jessica e Kevin, ai famigliari e agli amici di Michele Barra, rivolgo, a nome del Gran Consiglio ticinese e di tutta la popolazione, le più sincere e sentite condoglianze ed un pensiero di fraterna vicinanza.

On. dott. Alessandro del Bufalo, presidente del Gran Consiglio