Raoul Weil, ex presidente e amministratore delegato del Global wealth management di UBS, accusato di una truffa da 20 miliardi di dollari e ricercato dal Dipartimento di giustizia americano per frode fiscale era stato arrestato una settimana fa a Bologna. Se verrà estradato rischia diversi anni di prigione.

Un arresto che preoccupa i banchieri svizzeri. Molti addirittura evitano i viaggi fuori dai confini nazionali, come è stato confermato dal direttore della Camera di commercio svizzero-americana : “Circa 1’000 banchieri svizzeri non osano più recarsi negli Stati Uniti, o semplicemente all’estero.”

Una banca privata ginevrina aiuta i suoi impiegati a vendere le loro proprietà in Francia per tornare a abitare in Svizzera.

Nel mondo bancario svizzero, l’arresto di Raoul Weil ha avuto l’effetto di un elettrochoc. Dal 2008, da quando contro di lui vige il mandato d’arresto internazionale, l’ex manager di UBS era rimasto in Svizzera, evitando qualsiasi viaggio all’estero.
Nel 2009 la Commissione federale delle banche lo aveva assolto, in un rapporto sull’indagine delle attività transfrontaliere di UBS negli Stati Uniti.
Questa commissione non aveva trovato elementi che mostrassero che gli organi superiori di UBS fossero al corrente delle pratiche di evasione fiscale incoraggiate presso i clienti americani dagli impiegati della banca.
“Nemmeno la FINMA ha nulla da aggiungere al riguardo – aveva indicato il portavoce della commissione Tobias Lux.

Prezzo UBS “il dossier è chiuso con l’accordo del 2010”, aveva sottolineato il portavoce della banca Christoph Meier. La banca aveva pagato alle autorità fiscali statunitensi una multa di 780 milioni di dollari e aveva dovuto consegnare i dati dei clienti coinvolti nelle pratiche di evasione.

Per queste ragioni Weil aveva allentato le precauzioni e aveva ripreso a viaggiare all’estero, evitando naturalmente gli Stati Uniti. Il suo arresto in un albergo di Bologna fa sudare freddo molti banchieri della piazza finanziaria svizzera.
“L’arresto di Raoul Weil sottolinea a che punto sia pericoloso per un banchiere svizzero nel mirino della giustizia americana lasciare la Svizzera – spiega nell’edizione online del Wall Street Journal l’avvocato penalista Dan Levy – Mostra anche quanto siano pazienti e perseveranti le autorità americane.”

(Le Matin.ch)